MILANO – L’ India – settimo produttore e sesto esportatore mondiale di caffè – rimane ancora un puntino minuscolo nel mappamondo della geografia dei consumi, pur trattandosi del paese più popoloso del mondo. E pur vantando tradizioni secolari, forti di una storia di diffusione della coltivazione del caffè che inizia addirittura nel XVII secolo. I consumi interni non arrivano infatti al milione e mezzo di sacchi.
Considerando il ritmo di crescita dell’economia, l’espansione rapida delle aree urbane e, specie tra i più giovani, l’affermarsi del lifestyle occidentale, i margini di espansione del mercato indiano appaiono dunque enormi.
Secondo alcune stime, il fuori casa è destinato a crescere a un CAGR (tasso composto di crescita annuale) dell’8,1%, di qui al 2030. Tra i driver principali, gli analisti citano anche l’incremento dei lavori sedentari, nonché la divulgazione e popolarizzazione di una vasta letteratura scientifica, che esalta i benefici del caffè per la salute fisica e il benessere.
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