CASTELLAMARE DI STABIA (Napoli) – Quella che all’inizio sembrava solo una stranezza che aveva comunque incuriosito l’intera città, è poi diventata qualcosa da approfondire. Da sperimentare e “brevettare”, magari. Siamo a Castellammare di Stabia , a pochi passi da piazza Monumento e dalla maestosa Cassa Armonica della villa comunale.
Qui c’è “L’Università del caffè”, tappa obbligata per gli amanti di un buon caffè e dei mega-cappuccini preparati dal gestore, un loquace simpatico signore sulla settantina soprannominato da tutti “zì Lello”. Che cosa hanno di particolare questo bar e il suo proprietario? Negli ultimi tempi, hanno moltiplicato le clienti col pancione. E non per caso.
“Molte donne incinte – ha spiegato ‘zì Lello’ – si sono nutrite, nei primi tre mesi di gestazione, con il mio cappuccino. All’inizio, pensavamo che fosse un caso isolato. A provarlo per prima è stata una mia nipote. Non riusciva a mangiar nulla perché aveva una fortissima nausea. Un giorno, non ricordo come, le capitò sotto mano un mio cappuccino, una mia ‘creazione’: ebbene, l’ha bevuto tutto d’un sorso, senza accusare alcun fastidio”. Cosa che invece le capitava non solo con gli altri alimenti ma con un qualsiasi altro caffelatte.
“Lei è stata la prima ad accorgersi di questa particolarità – spiega ancora il gestore del bar ‘L’Università del caffè’ –. Ne ha parlato ad altre sue amiche che avevano i suoi stessi disturbi in gravidanza. Anche loro l’hanno provato e per tre mesi di fila si sono alimentate soltanto con i miei cappuccini a pranzo e a cena”.
Che cosa produca questo effetto è difficile dirlo: forse la miscela d’arabica, il particolare tipo di acqua usata per il caffè o un “ingrediente segreto” che l’inventore si guarda bene dal rivelare.
Alla fine, sono oltre dieci le giovani mamme che hanno sostituito i pasti con un maxi-bicchiere di latte e caffè. E altre, nelle ultime settimane, incuriosite dalla storia, lo stanno provando con gli stessi (benefici) effetti anche altre giovani in gravidanza. Pure una ginecologa ha voluto provarlo per “studiarlo” e capire che cos’è che lo rende così “speciale”.
La prossima tappa vede “zì Lello” impegnato a brevettare il “cappuccino premaman” così da poterlo, magari, portarlo oltre i confini cittadini e, perché no, regionali