MILANO – La suprema Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso del presidente di un circolo ricreativo contro la sentenza del tribunale di Cosenza con cui era stato condannato al pagamento dell’ammenda di 70 euro per aver “omesso l’esposizione nella sala gioco, presente nel predetto locale, della tabella dei giochi proibiti, prescritta dal Testo unico di Pubblica sicurezza”.
“Peraltro – spiegano i giudici della Cassazione – contrariamente a quando affermato in ricorso, la configurabilità del reato in esame prescinde del tutto dal fatto che all’interno del locale si pratichino o meno detti giochi (a tacere della circostanza che emerge dalla sentenza impugnata che i soci erano effettivamente intenti a giocare a carte al momento dell’ispezione), avendo chiarito questa Corte come l’articolo 110 del testo unico non va interpretato in senso letterale, ma in senso logico-giuridico per cui tutti i pubblici esercizi hanno l’obbligo di esporre la tabella sopra indicata”.
Il ricorso è dichiarato inammissibile
Proseguono i giudici: “Infatti, la terminologia “sale da biliardo o da gioco” va intesa in senso comune e cioè come luogo ove, oltre alle varie attività consentite, possa giocarsi anche al biliardo o ad altri giochi leciti e non già in senso specifico, e cioè esercizio pubblico destinato esclusivamente allo svolgimento di quei giochi.
(cfr. Cass. Sez. 3, Sentenza n. 48585 del 20/10/2016, Rv. 268194). La sentenza impugnata si è puntualmente attenuta a questi principi, e conseguentemente il ricorso deve essere
dichiarato inammissibile”.