NAPOLI – La città contro il “rottamatore” del caffè napoletano e nasce l’hashtag #amoilcaffèdinapoli”Il caffè servito a Napoli? Rancido e con retrogusto amaro”. La dichiarazione lascia sbigottite le caffetterie e le migliaia di fan della “tazzulella” partenopea. Eppure il responso è “accademico”, proveniente da Andrej Godina, specialista triestino e responsabile per l’Italia di Scae (Specialty Coffee Association of Europe), associazione che esamina nazione per nazione la preziosa bevanda, selezionando in base a ingredienti, usi, costumi e preparazioni, il caffè per eccellenza.
Un primato che, per tradizione, Napoli ricopriva ormai da secoli. Fino all’arrivo di Godina. L’esperto (vincitore di un dottorato di ricerca all’Università di Trieste in Scienza, tecnologia ed economia nell’industria del caffè), ha infatti testato personalmente i bar di piazza Garibaldi, corso Umberto, Santa Lucia e piazza Plebiscito, incluso il Gambrinus. Il suo responso non è andato in votazione mai oltre il quattro, sottolineando addirittura le frequenti punte di “retrogusto al sapore di muffa e gomma bruciata”.
Bar che vai, miscela che trovi, e, nonostante la corretta preparazione e tecnicha riscontrate, Godina non ha dubbi: “Ho sempre sentito parlare di buon caffè di Napoli. Ma devo sfatare questo mito”, chiosa nella sua inchiesta, che sarà trasmessa da “Report” il prossimo 7 aprile.
Immediate le reazioni dei napoletani, soprattutto sui social network: “Andrej, chi?” è uno degli status più diffusi, seguito dall’hashtag #amoilcaffèdinapoli. “Ecco l’ennesima beffa per la città – scrive Lucio, barista in centro – dopo la bocciatura della pizza napoletana nelle guide di Gambero rosso, ora arriva la stroncatura, puntuale, del nostro caffè”.
Scendono in campo a difesa della “tazzulella” anche il magistrato Catello Maresca, l’attore Massimo Ghini e Gigi D’ Alessio. Quest’ultimo, particolarmente, in questi giorni in concerto al Palapartenope, continua a ripetere dal palco l’eccellenza del caffè napoletano.
Molti cittadini iniziano a postare su Facebook le loro foto mentre sorseggiano un espresso al bar (sempre con l’aggiunta dell’hashtag #amoilcaffèdinapoli). Non solo: Gianni Simioli e Francesco Emilio Borrelli, curatori della trasmissione “La Radiazza” su Radio Marte, stanno avviando una campagna di salvaguardia dell'”Oro nero” partenopeo, che comprenderà anche un flash mob che coinvolga bar e caffetterie della città, da attuare lo stesso giorno della messa in onda di Report.
“Ma le difese non bastano – dichiara Antonio Sergio, titolare del bar Gambrinus – Dobbiamo al più presto creare un consorzio di tutela del nostro caffè”. Una sorta di marchio Dop, insomma, che tuteli la tostatura e torrefazione delle miscele campane. “Quello che è successo con Godina – conclude Sergio – dimostra che la nostra tradizione è troppo vulnerabile. E che il primo personaggio in cerca di pubblicità, può colpire il nostro mercato, privo di ogni difesa e tutela”.
Fonte: http://napoli.repubblica.it/cronaca/2014/03/27/news/caff-82092429/