MILANO – Nei prossimi anni la domotica, ossia l’automazione della casa, rivoluzionerà le nostre vite e il nostro modo di abitare come mai negli ultimi due secoli: potremo programmare tutto, riscaldamento, illuminazione, lavatrici, caffè e sveglia, quest’ultima anche in base al meteo o al traffico.
Ne è convinto Andrea Merloni, presidente di Indesit, salito in cattedra all’ambasciata di Mosca per una “lectio sulla domotica” nell’ambito di Exhibitaly, la manifestazione lanciata dal governo italiano per promuovere le eccellenze del nostro Paese in Russia.
Una lezione solo apparentemente insolita, perché nella sua quarta mostra tematica, il 5 dicembre prossimo, Exhibitaly metterà in vetrina l’innovazione tecnologica del Belpaese.
«Una innovazione di cui Indesit è una punta di diamante, con la sua lunga storia di successo», ha spiegato l’ambasciatore Antonio Zanardi Landi.
«Siamo vicini ad un cambiamento epocale che muterà il nostro modo di abitare»
Ha assicurato Merloni. Stimando che entro il 2020 il 50% delle case europee saranno smart. Con un mercato del valore di 10 miliardi di dollari nella sola Europa.
Una cifra a cui si aggiungono, entro la stessa data, altri 15 miliardi di dollari per le smart city. Tra Itc (le tecnologie dell’informazione e della comunicazione) e smart grid (reti intelligenti).
Una rivoluzione che accompagnerà quella della nostra vita sempre più digitale. Come testimoniano i dati snocciolati dal presidente del gruppo marchigiano. 2,4 mld di utenti internet, un numero di cellulari smart che quest’anno supereranno il numero di abitanti del pianeta. Una potenza di dati passata dai 200 exabyte del 2003 agli 800. Che da allora si registrano ogni anno, una potenza di connettività che crescerà dai 100 milioni di pc nel 1993 ad oltre 10 mld nel 2020, e una potenza di calcolo che ha consentito alla google self driving car di guidare senza conducente e senza incidenti per 500 mila km, grazie ad un microprocessore estremamente rapido. «Un giorno l’auto ci porterà in giro da sola», ha profetizzato Merloni.
La rivoluzione digitale, ha sottolineato, ha già cambiato pelle all’editoria
Gli e-book hanno superato i libri stampati), alla fotografia (dalle macchine digitali al sito Flickr, con 50 mln di utenti registrati e oltre 6 mld di foto postate), alla musica (a ottobre 2011 60 mld di canzoni vendute).
Le applicazioni sono scaricate a ritmi sempre più vertiginosi, 46 mld nel 2012, ma il prossimo anno quasi raddoppieranno e nel 2016 toccheranno quota 309 mld. E nel 2020 ci saranno 50 mld di oggetti connessi, con una media di 6,5 oggetti a persona.
Un mondo quindi dove la robotica «sarà di casa», collegando tra loro tutti gli elettrodomestici e le varie reti di alimentazione, e garantendo confort, sicurezza, risparmio energetico, salute.
Cosa ostacola per ora questa rivoluzione?
«La mancanza di un linguaggio comune, che consumi poca banda e faccia dialogare tra loro tutti gli oggetti», spiega Merloni, ricordando però che sono in corso varie sperimentazioni, compresa quella di ‘Home Lab’, il nuovo consorzio italiano di ricerca sulla domotica nato dalla volontà di otto soci fondatori (tra cui Ariston Thermo Group e Indesit Company) di fare sistema in un mercato in espansione.
«Una volta trovato il linguaggio standard, la domotica partirà. Grazie anche alla nuova frontiera di sensori sempre meno costosi e sempre più sensibili», assicura.
E in questo settore, aggiunge. «il nostro Paese potrà competere senza timori a livello tecnologico L’estro e la fantasia italiani ci aiuteranno a trovare soluzioni intelligenti. E uno spazio in questo business del futuro».
Resta però un problema in questo scenario tanto affascinante quanto inquietante.
«Mettendo in rete tutto, bisognerà capire come tutelare la privacy in questo nuovo modo di abitare».
Per evitare che qualcuno sappia come è programmata la nostra vita.