MILANO – Parlare di gelato a novembre è tutt’altro che fuori luogo. Infatti, ormai piace sempre più gustarlo tutto l’anno e il rialzo delle temperature contribuisce alla nuova tendenza. Ma il gelato non è solo un piacere per il palato. Quello a marchio Carpigiani, è anche salutare.
Carpigiani Gelato University collabora con lo Ieo, l’Istituto Europeo di Oncologia
Che tutto nel food stia cambiando lo si vede anche osservando il mondo della gelateria artigianale. L’Italia con diecimila gelaterie pure e ventinovemila bar e pasticcerie con gelato rappresenta una punta di diamante del settore. Il consumo del gelato è per due terzi artigianale e un terzo industriale.
Le parole d’ordine sono sempre più qualità, creatività, innovazione
L’asticella gioca al rialzo, tra etichette corte, abbandono di grassi di bassa qualità; emulsionanti o stabilizzanti di sintesi, nella ricerca di ingredienti naturali.
Quest’ottica è condivisa da Carpigiani Gelato University, riconosciuta a livello internazionale come fucina dei gelatieri di successo.
Un progetto culturale per sostenere lo sviluppo delle gelaterie nel mondo ed educare alla cultura del gelato artigianale italiano di qualità.
Un’Università nata nel 2003
Inizialmente come divisione formativa della Carpigiani, azienda fondata a Bologna nel 1946 e leader nelle macchine per gelato. Nell’anno 2016-2017 ha organizzato 400 corsi in dieci lingue, con dodicimila docenze totali in dodici sedi nel mondo.
La sede principale è ad Anzola dell’Emilia (in provincia di Bologna) e, al di fuori dell’Italia, la scuola conta ben dodici sedi estere. Si trova quindi anche in Argentina, Brasile, Colombia, Cina, Emirati Arabi Uniti; Germania, Giappone, Benelux, Regno Unito, Singapore e Stati Uniti d’America (due sedi).
Parla la direttrice Kaori Ito
«Negli anni sempre più studenti si sono trasformati in imprenditori decidendo di dare una svolta alla propria vita aprendo una gelateria. Affidandosi all’esperienza dei docenti della nostra scuola. – commenta Kaori Ito, direttrice della Carpigiani Gelato University .
– Oltre alla programmazione nelle sedi estere, riusciamo a tenere corsi un po’ ovunque grazie ai distributori e concessionari Carpigiani. Siamo stati in Libano, Giordania, Nigeria, Indonesia, Malesia e molti altri Paesi in cui il gelato è ancora da scoprire».
Un percorso di 4 settimane
«Il percorso formativo per chi vuole diventare gelatiere – precisa – è composto da 4 moduli di una settimana l’uno. Quello base, l’intermedio, l’avanzato e, infine, lo stage.
È strutturato su 5 giorni di lezione in cui si fa teoria al mattino e al pomeriggio lezioni pratiche in laboratorio. Abbiamo anche un’offerta di corsi per chi è già gelatiere o pasticcere e vuole approfondire alcune tematiche. Come ad esempio gli zuccheri, il cioccolato, il gelato gastronomico, il gelato funzionale».
La scienza del gelato
Sorprende leggere come all’interno della programmazione dei nuovi corsi siano previsti quelli di «Gelati prebiotici/probiotici e ipocalorici» (5 dicembre 2017 e 2 maggio 2018); «Gelato funzionale: 100% vegan e Smartfood» (6 dicembre 2017 e 3 maggio 2018); «Gelati a basso indice glicemico» (7 dicembre 2017 e 4 maggio 2018).
Prebiotici e probiotici sono oggi un tema nutrizionale in grande ascesa
Il corso per Gelato funzionale è sviluppato con la collaborazione del progetto Smartfood dell’Istituto Europeo di Oncologia
Gli ultimi corsi rivolti a chi ha già conoscenze avanzate di gelateria
(il costo è di 125 euro + Iva). Sono tenuti dal tecnologo Gianpaolo Valli, responsabile dell’Ufficio Studi e Formazione della Carpigiani.
La Carpigiani Gelato University lancia un segnale forte, che rimarca un cambiamento in atto da tempo, verso un prodotto sempre più alimento. Basterebbe vedere anche gli utilizzi dei grandi chef stellati nei piatti più svariati.
Una nuova vita del gelato
Nato per le tavole di re e nobili, dove servito in preziose coppe e vere e proprie sculture stupiva gli ospiti. Trasformato solo nel XX secolo in «street food».
Oggi sta ritornando sulle tavole dei più importanti ristoranti del mondo come dessert gourmet o come vero e proprio alimento caratterizzante un menù speciale, a partire dall’antipasto.