TORINO – Freschissima la notizia dell’accordo tra il colosso Coca-Cola Hbc e l’azienda torinese Caffè Vergnano: un 30% ceduto all’impresa greca che ha fatto scalpore tra gli addetti del settore e anche tra gli appassionati del marchio italiano. Ulteriori chiarimenti su questa nuova operazione, sono stati forniti da Carolina Vergnano nell’intervista di Alessandra Del Monte su corriere.it.
Carolina Vergnano parla sul Corriere delle ultime novità
Inizia così il Corriere: «Con questo accordo il made in Piemonte non scompare, anzi aumenta: con l’ingresso di Coca Cola Hbc nella compagine azionaria avvieremo un terzo polo produttivo a Valfenera, in provincia di Asti, struttura che già avevamo in mente e che adesso diventerà realtà. Contiamo di aprire a gennaio-febbraio del 2022 per lo stoccaggio del caffè crudo. E poi il polo si trasformerà in uno stabilimento a tutti gli effetti».
Nel giorno in cui Caffè Vergnano ha annunciato l’accordo siglato il 25 giugno 2021 con Coca Cola HBC per la distribuzione esclusiva dei suoi prodotti al di fuori dell’Italia, accordo che include anche la vendita del 30 per cento delle quote alla società svizzera che imbottiglia i prodotti a marchio Coca Cola, Carolina Vergnano è più che soddisfatta, è entusiasta. «Per noi questa è un’opportunità».
Come è nata la partnership?
Carolina Vergnano risponde alla giornalista del Corriere: «È nata perché risponde a un obiettivo che la famiglia ha da tanti anni: vedere la tazzina di caffè Vergnano in tutte le caffetterie nel mondo. Un sogno che con le nostre sole forze sarebbe stato difficile da raggiungere, se non impossibile. Ci è capitata questa opportunità, Coca Cola Hbc ha messo gli occhi sulla nostra azienda perché ne condivide i valori e la qualità, noi l’abbiamo valutata perche dietro ci sono un piano industriale chiaro e una visione comune».
Quale?
Continua ancora l’intervista sul Corriere: «Valorizzare il posizionamento premium di Caffè Vergnano, cosa che verrà enfatizzata da questo accordo. Coca Cola Hbc ha un marchio di caffè di proprietà, Costa, che ha un posizionamento diverso dal nostro. Con l’ingresso di Vergnano il portafoglio della società diventa completo: hanno tutto l’interesse a spingerci come caffè italiano di qualità in tutto il mondo. Noi ci teniamo la distribuzione in Italia, e resteremo gli attori principali della nostra azienda anche sulle decisioni che riguarderanno l’estero: non solo perché il 70 per cento resta nostro, ma perché fa parte della strategia comune. Mantenere in capo a noi la governance, il made in Italy e anzi il made in Piemonte. Loro faranno i distributori».
Carolina Vergnano: qual è la road map dell’espansione? E l’iniezione di liquidità arrivata con la partnership?
«Sulla tabella di marcia lavoriamo a partire da domani. Finora ci siamo concentrati sull’accordo. I dettagli finanziari non sono divulgabili».
Chiede la giornalista per il Corriere: non temete ingerenze? O che si snaturi il gruppo?
«Non temiamo ingerenze. Anzi, vediamo questo accordo al contrario: riusciremo a essere positivamente influenzati per migliorare la nostra efficienza. Sarà una positiva influenza. Un osservatore esterno può sempre dare input e stimoli. Noi abbiamo da sempre una mentalità aperta agli stimoli esterni».
Solo soddisfazione o un po’ di dispiacere?
Afferma ancora sul Corriere Carolina Vergnano: «Io sono molto soddisfatta, in azienda siamo tutti molto compatti e uniti, e anzi abbiamo una buona dose di entusiasmo. Questa è una grande opportunità».
Il fatturato del 2019 era pari a 94 milioni di euro, nel 2020 si è fermato a 80 per la pandemia. Quali sono gli obiettivi adesso?
«L’obiettivo del 2021 è pareggiare il 2019, il 2020 non lo contiamo».
Come sarà il piano industriale?
Risponde alla giornalista del Corriere, Carolina Vergnano: «Al momento abbiamo due poli produttivi, uno per il macinato e uno per le capsule. Quello che ci serve ora è un magazzino per il caffè crudo, che sarà appunto il polo di Valfenera. In una seconda fase diventerà uno stabilimento vero e proprio, in una terza il magazzino per i prodotti finiti».
Quindi si creeranno posti di lavoro?
Conclude l’intervista al Corriere: «Sì, il caposaldo dell’accordo è che resti tutto in Italia, anzi in Piemonte. Questo è un valore aziendale imprescindibile che non viene messo in discussione dalla partnership. È parte della nostra identità, il senso di quello che stiamo facendo dal 1882, data della fondazione. E anche Coca Cola Hbc lo rispetta. Il nostro attaccamento al territorio — si investe qui — è un punto di valore anche per loro. Insomma, il nostro sogno continua».