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sabato 02 Novembre 2024
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GORIZIA – Caro-caffè, scoppia la ribellione degli esercenti ai politici

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GORIZIA – L’intervento di Emilio Sgarlata e Enrico Gherghetta contro il rincaro della tazzina di caffè aveva finito con il procurare un travaso di bile a un’intera categoria. Ma, adesso, gli esercenti danno libero sfogo alla loro rabbia e attaccano con forza i presidenti di Camera di commercio e Provincia attraverso una sorta di lettera aperta controfirmata da tutti i baristi che hanno applicato l’aumento.

«Due interventi da lasciare interdetti, fatti da due presidenti – scrivono gli esercenti – non di poco peso come Enrico Gherghetta ed Emilio Sgarlata. I due numeri uno dei più importanti enti provinciali dedicano tempo e animosità su un aumento di 10 centesimi effettuato da alcuni bar di Gorizia. Gherghetta cita Harrod’s come modello di sviluppo per la città: vi preghiamo, smettete di ridere tutti quanti per questa superba esibizione di strategia commerciale!

I due presidenti lo fanno con toni e modi più che da bar, da osmiza (o da frasca per non scontentare nessuno): senza vergogna alcuna di contribuire con le loro chiacchiere a far crescere un clima di tensione nel rapporto fra pubblici esercizi e clienti, i quali pare non abbiano fatto chissà quali drammi per l’aumento».

Gli esercenti dicono di essersi davvero stufati «di venire bacchettati da coloro che invece dovrebbero sostenerci o, almeno, ascoltarci per capire cosa sta succedendo. E allora poniamo due domande ai due illustri presidenti: Sgarlata, corrisponde al vero che la Camera di commercio di Gorizia vanta il mirabile primato di avere le quote camerali (ovvero le quote annuali che tutte le imprese devono pagare) più alte della regione?

Se fosse vero, per cosa vengono utilizzate? È normale che in queste anni la Cciaa non abbia ragionato di ridurle per sostenere le proprie imprese? È normale che la newsletter camerale contenga quasi esclusivamente informazioni su missioni all’estero e mai su azioni rivolte ad imprenditori che operano localmente? Ci scusi, presidente, ma si metta nei panni di un bar: la Camera di commercio, a cosa serve?».

Ci sono poi i quesiti rivolti a Enrico Gherghetta. Ugualmente taglienti. «Ci tolga una curiosità: oltre a contestare così stoicamente l’aumento di dieci centesimi effettuato da alcuni bar goriziani, ha in mente di “denunciare” quei Comuni che, per dirna una, lavorano ancora in regime in Tarsu? A cosa ci riferiamo? Ci riferiamo al fatto che nella vicina Trieste, cittadini e imprese pagano la monnezza con questa tassa, decisamente molto più conveniente della Tia 1 e della Tia 2.ù

Ora, in attesa della Trise cui speriamo tutti i Comuni si adeguino, ci dice cosa deve fare un bar goriziano già alle prese con la concorrenza slovena che vanta fiscalità e burocrazia assolutamente più vantaggiose rispetto a quella italiana? È giusto che la nostra categoria debba affrontare la concorrenza di bar di Comuni che per una loro mancanza (il mancato adeguamento alla Tia) o, chissà, per buonsenso hanno evitato di applicare norme e regolamenti così penalizzanti?

Se la sente, dall’alto della sua onestà intellettuale, di intraprendere un’azione quanto meno politica contro i sindaci che non hanno rispettato le leggi e che oggi permettono, in modo incomprensibile per noi che paghiamo tutto, di avere costi per i rifiuti incredibilmente inferiori ai nostri?».

La lettera si chiude con una punta di veleno. «I complimenti per il premio dell’Oscar del bilancio anche se, forse, è più merito nostro che… suo».

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