domenica 22 Dicembre 2024
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Clemente: qual è la routine per i mondiali di Latte art? “Allenarsi e poi allenarsi”

L'artista del cappuccino: “L'arma segreta per vincere è portare sempre se stessi. E la cosa ancora più importante è arrivare lì e non sentirsi già vincitori: bisogna sempre mantenere un profilo basso e guardare solo il proprio operato"

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MILANO – Le temperature si alzano per i mondiali del World of Coffee che si svolgerà a Milano dal 23 al 25 giugno: una data che sta proprio dietro l’angolo, che però arriva dopo una lunga pausa del mondo gare a livello internazionale per quanto riguarda alcune discipline tra cui la latte art. La campionessa italiana del 2020 Carmen Clemente, aspetta di mettersi a confronto con gli sfidanti da tutto il mondo da tanto tempo, due lunghissimi anni frenati dalla pandemia che hanno visto annullata l’edizione di Taiwan, e ora deve
riprendere il ritmo da gara per raggiungere il livello dell’iridata Manuela Fensore. Ne abbiamo parlato con la protagonista, in continuo allenamento.

Clemente, dopo una pausa che dura dal 2020, a giugno si disputano i mondiali latte art: tutto questo lontana dalle gare, come ha influito sulla sua preparazione anche dal punto di vista psicologico?

“Ho lavorato molto proprio dal punto di vista psicologico: l’emotività è stato in precedenza un mio difetto in gara e per questo negli ultimi due anni ho cercato di fare un grande lavoro basato sulla respirazione ed il focus mentale. In questo percorso mi ha aiutato molto anche Manuela Fensore, che durante gli show in modo totalmente inatteso, mi chiedeva di fare delle tazze davanti ad una marea di gente. Diciamo che mettendo un tassello alla volta attualmente sono di più in grado di controllare l’aspetto emotivo.

In questi due anni e mezzo di stop dalla pedana nazionale ho potuto testare due volte il frutto del training che sto portando avanti su me stessa, attraverso la partecipazione ad una competizione e partecipando ad uno show sul palco del Sigep: posso dire di aver visto grandi miglioramenti.

Chiaramente sarà per me la prima volta su una platea mondiale e quindi non so cosa potrà accadere. Però sono molto positiva e non vedo l’ora di gareggiare per far vedere il lavoro fatto con Manuela.”

Qual è la routine per salire in pedana prontissima?

Carmen Clemente interviene con la grinta che da sempre la contraddistingue: “Il giusto modo per salire in pedana prontissima è sempre lo stesso: allenarsi e ancora allenarsi fino allo sfinimento”.

Clemente, lei che cosa si aspetta di trovare alla gara del Woc?

“Mi aspetto di trovare tanti competitor agguerriti che come me, non vedono l’ora di salire in pedana e riprendere il circuito più importante che esiste al mondo.”

Cosa invece la spaventa di più?

Carmen Clemente sicura di sè per la gara (foto concessa)

“Sinceramente nulla, perché so già cosa mi aspetta e in questi due anni non ho fatto altro che pensare a questo traguardo. C’è un solo modo di superare tutte le paure ed è affrontarle.”

Quali sono le figure e le tecniche su cui ti stai più allenando?

Clemente non si lancia troppo in avanti: “Sulle figure e le tecniche non posso svelare nulla di specifico: vi posso solo dire che ho dei disegni nuovi molto difficili sul lato tecnico, e ci sarà un elemento nuovo fatto totalmente in free pour.”

Manuela Fensore, campionessa in carica, la sta aiutando a salire sul podio?

Le due campionesse insieme per una nuova sfida: a sinistra Carmen Clemente, a destra Manuela Fensore (foto concessa)

“Dire che mi sta aiutando Manuela è dire veramente poco… Non sono un elemento facile da gestire e lei ha tanta pazienza con me. Le chiedo mille volte di farmi vedere determinate cose e lei non mi dice mai di no”.

E a proposito, qual è l’obiettivo di Carmen Clemente (a parte il primo posto ovviamente) per questo suo mondiale?

“Penso che quando si partecipa ad una competizione di questo livello, in tutte le categorie ogni sfidante ha l’obiettivo di entrare in finale: poi lì ce la si gioca.”

Qual è allora la sua arma segreta per vincere?

“L’arma segreta per vincere è portare sempre se stessi. E la cosa ancora più importante è arrivare lì e non sentirsi già vincitori: bisogna sempre mantenere un profilo basso e guardare solo il proprio operato. Ho chiesto a Manuela di non voler né sapere né vedere i disegni degli altri competitor, in modo tale da rimanere concentrata su di me.”

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