La carenza di personale nel settore della ristorazione è un problema che attanaglia sempre di più l’horeca (ne abbiamo parlato qui). Il problema è dovuto sia alla mancanza di candidati che alla carenza di competenze, che solleva il tema della formazione. Tuttavia, è importante notare che ci sono ancora molte risorse che scelgono di intraprendere una carriera lavorativa nell’industria ma con meta all’estero. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale La Voce di Alba.
Il problema della carenza di personale nel settore della ristorazione
MILANO – Non si è ancora spenta l’eco per i successi della ristorazione piemontese – pluripremiata dalla Guida Michelin e apprezzata da turisti e atleti accorsi a Torino per le ATP Finals o per qualcuna delle tante fiere che caratterizzano i week end di novembre e dicembre – ed ecco che arriva subito un grido d’allarme: manca personale qualificato.
Secondo la Confcommercio il 60% degli imprenditori lamenta, infatti, difficoltà a trovare personale. Mancano all’appello oltre 150 mila addetti a livello nazionale, per quel che riguarda il personale di sala. E in Piemonte mancano circa 15 mila addetti.
Chi lavora in sala e al banco è la prima interfaccia tra locale e cliente. I camerieri, i maître di sala e il personale in genere, hanno una grande responsabilità: sono i portabandiera del ristorante o del bar in cui lavorano. E bisogna essere preparati per farlo bene.
Scarso appeal per questi mestieri? Certo, ma anche colpa di trattamenti economici e contrattuali spesso non adeguati: recentemente il titolare di un noto ristorante di Torino mi ha confidato che i suoi 12 dipendenti lavorano – da contratto – 40 ore alla settimana, cioè 8 ore per 5 giorni, con due di riposo. Quanti locali usano lo stesso parametro per i propri collaboratori?
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