di Massimiliano Del Barba*
Piacciono. Sono in crescita – soprattutto rispetto a un mercato in debole, eppur costante flessione – ma non hanno conquistato il mercato come è avvenuto ad esempio in Francia, dove hanno raggiunto oltre l’80% della domanda. Almeno per il momento.
Oggi, in Italia, le capsule monodose rappresentano il 12,7% del mercato del caffè per un valore di 139 milioni di euro di fatturato su un totale, secondo l’ultima rilevazione di Nielsen, che nel 2014 ha sfiorato complessivamente il miliardo e 100 milioni di euro.
Un giro d’affari che, complice il generale calo dei consumi delle famiglie italiane, ha tuttavia registrato una flessione sul 2013 dello 0,4 per cento.
La realtà, come al solito, è però più complessa. Se infatti la flessione dei consumi, in termini di volumi, è un dato incontestabile, è altrettanto evidente come, all’interno della grande famiglia dei caffè, siano in corso ormai da qualche anno le grandi manovre. Sempre secondo l’ultima rilevazione effettuata sull’argomento da Nielsen, se a perdere terreno sono i caffè macinati in cialde (-3%, il 5,1% del mercato), a registrare il miglior trend positivo è proprio il prodotto «porzionato» in capsule (+17,7% in un anno).
Di più. La crescita non è infatti solo di volume. Sono i margini a volare. Se infatti il prezzo medio al chilogrammo per il caffè macinato è di 9,84 euro, quello per le capsule lievita a 37,69 euro.
Un differenziale che, da solo, giustifica le grandi manovre – soprattutto di marketing – dei big player del settore.Capsule di caffè, un mercato che in Italia è in costante crescita