RIMINI – Abbiamo parlato con il fondatore e amministratore delegato di 101 Caffè, il noto marchio che ha legato al caffè porzionato in tutti i formati ed ai negozi in franchising per la vendita delle capsule al pubblico. Con Gonnella è stato possibile affrontare la spinosa questione delle capsule, tra miti e allarmismi. Sia sul fronte dell’allarme caspule con frammenti di plastiche sia su quello del colossale problema del riciclo/smaltimento delle capsule usate. E Gonnella ha usato parole semplici, chiare, precise. Affrontando a viso aperto una situazione che è estremamente complessa. E, come leggerete, ci è riuscito molto bene. Vien da dire: un successo non casuale quello imprenditoriale di 101Caffè…
Umberto Gonnella accetta di affrontare un argomento estremamente delicato: la segnalazione di capsule difettose sul mercato
101Caffè era nella lista dei 10 segnalati con due referenze. Cosa significa? Cosa è
successo?
“Parliamo della capsula per Dolce Gusto che ha una complessità importante nel suo
funzionamento; il produttore della capsula compatibile ha ingegnerizzato la parte interna, che è composta da più elementi, al fine di non violare i brevetti di Nestlé. Questo evidentemente ha causato, nella sua complicanza tecnologica, il potenziale rilascio di particelle di plastica.
Quindi cosa è successo? L’iter è stato esattamente quello di prassi per le segnalazioni in campo alimentare: fortunatamente in Italia le leggi che tutelano il consumatore e regolamentano la tracciabilità degli alimenti sono estremamente severe ed uniche al mondo.”
Che cosa significa?
Continua Umberto Gonnella: “Quando un prodotto arriva nella filiera distributiva e viene segnalato un potenziale problema la tracciabilità garantisce che questo prodotto possa essere richiamato dal mercato, a tutela massima del consumatore finale.
Nel caso delle capsule compatibili per Dolce Gusto, il meccanismo ha funzionato perfettamente: in seguito alla segnalazione del produttore, è stato informato il Ministero della Salute e tutta la filiera ha reagito di conseguenza. Anche noi siamo intervenuti, avendo due codici interessati.
Fortunatamente solo uno di questi due codici era sul mercato, poiché l’altro non era ancora uscito dai nostri magazzini ed è quindi stato restituito al produttore per intero, evitando il problema alla base. Nessuno dei nostri negozi, tantomeno noi come Casa madre abbiamo ricevuto segnalazioni da consumatori. Ma direi che tutta “la macchina di allerta”, partendo dalla nostra struttura, si è mossa con grande efficienza.”
Quindi in questa allerta, c’è un aspetto positivo che in molti non hanno colto
“Nell’industria alimentare è normale che, in presenza anche di un solo sospetto di difetto su un prodotto, questo debba essere richiamato. Può riguardare il prodotto ma anche la confezione, la conservazione, la filiera del freddo ed altri elementi. Nel settore alimentare questo capita. I meccanismi di allerta, di richiamo e di tracciabilità in Italia funzionano molto bene e sono una garanzia per il consumatore: questo è un aspetto molto positivo.”
Quindi il problema è stato risolto?
“Si: è stato risolto rapidamente, almeno per quanto riguarda gli unici due prodotti 101Caffè interessati da questo richiamo. Erano gli unici due codici che usavano quella capsula, che come ho spiegato hanno una certa complessità nel funzionamento. Abbiamo deciso di non utilizzarla più, optando per altri tipi di capsule con tecnologia differente, che già utilizziamo per altri prodotti e che non hanno mai dato alcun problema.”
Restando sul tema: tutte le altre capsule quindi non hanno problemi
“Esatto: non hanno mai avuto problemi.
Siamo sul mercato da sette anni e confezioniamo circa 140 milioni di capsule l’anno
Questo è stato il primo episodio nella nostra storia. In casa 101Caffè si parla soprattutto di capsule.”
Come vede Umberto Gonnella ideologicamente la critica della sostenibilità di questa soluzione?
“Se osserviamo all’interno dei supermercati ci accorgiamo immediatamente che l’assortimento del genere alimentare è sempre più focalizzato sul mono porzione. Il caffè segue lo stesso trend. Oggi il consumatore richiede una sola porzione, in virtù del proprio stile di vita, caratterizzato da molta dinamicità e poco tempo ed anche da poca voglia di cucinare.
Apre il prodotto, lo riscalda, lo consuma. Quindi è evidente come il mono porzione stia entrando sempre più massicciamente nelle abitudini di consumo d oggi. Credo che la capsula sia in linea con questa tendenza: pochi rapidi gesti ed il caffè è pronto.”
Ma la plastica e l’alluminio?
“Ritengo che la plastica sia una delle invenzioni più importanti nella storia dell’umanità e che sia una grande risorsa. L’alluminio ha i suoi vantaggi e svantaggi, come tanti altri materiali. Oggi si va verso l’utilizzo di prodotti che, una volta smaltiti, possano rientrare in un sistema di completo riciclo e riutilizzo, per un consumo sempre più sostenibile. Si tratta però di un percorso lungo.
Gli impianti di smaltimento, lungo tutta la filiera, devono essere adeguati. Inoltre è essenziale considerare che un prodotto deve avere uno “sfogo” a livello industriale. A questo proposito cito l’esempio della Cina che, fino a qualche anno fa, raccoglieva tutti i nostri rifiuti di secondo e di terzo livello e oggi invece è indipendente, non li prende più. Così come accade per la carta: in Italia non c’è industria che sostenga di aver bisogno di questo prodotto, per cui ci troviamo in un momento in cui si fa fatica a innescare un vero processo di riciclo.”
Un argomento di cui non si parla mai: la cialda in carta va nell’umido, ma la capsula non si potrebbe buttare. Perché?
“Gli impianti che lavorano con l’umido non sono per ora adeguati per gestire un rifiuto di questo tipo. Al momento gli impianti non sono in grado di riconoscere quello che c’è all’interno dell’umido, per cui spetta al consumatore “dividere” il prodotto da smaltire. Quindi il consumatore dovrebbe aprire la capsula, buttare il caffè nell’umido e la capsula andrebbe smaltita in base al suo materiale (plastica o alluminio).
Aggiungo che anche se ci fossero regioni in Italia dove il cittadino dividesse tutto diligentemente, non sarebbe comunque sufficiente. Succede infatti che, nel ritiro, tutto torna a mischiarsi indifferentemente. Bisognerebbe pertanto rivedere il sistema per intero, soprattutto da un punto di vista di politica industriale, di impianti di compostaggio e di riutilizzo dei materiali.”
101Caffè: sette anni di vita, sette anni di successo: come sta andando?
Una crescita molto importante, veloce ma anche ponderata, che registra ogni anno un incremento a doppia cifra
Siamo molto soddisfatti: il mercato è ancora molto interessante in Italia ed in continua crescita anche all’estero. Abbiamo appena stretto un accordo per un’apertura a Vienna ed una a Parigi.
il nostro affiliato di Marrakech sta per aprire il suo secondo punto vendita mentre a Singapore l’affiliato sta già programmando il terzo. I fattori di successo sono il made in Italy di qualità, il modello retail 101Caffè, che siamo stati capaci di creare da zero, partendo da un “foglio bianco” sul quale abbiamo iniziato a disegnare la visione del progetto, che nel tempo si è evoluto con grande dinamismo, adeguandosi ad un mercato in continua evoluzione.”
101Caffè all’estero significa anche grani: come mai?
“Ci sono dei Paesi dove la cultura dei grani è più radicata che in altri, così come quella delle macchine superautomatiche. Se pensiamo alla Svizzera, per esempio, dove queste macchine sono molto diffuse, il consumo dei grani ha una certa rilevanza, come ci testimoniano i dati che arrivano dal punto vendita 101Caffè’ di Signy.
Quindi 101Caffè non è solo capsule, ma anche torrefatto tradizionale in sacchetti
Umberto Gonnella: “In 101Caffè tutto parte dai grani, infatti uno dei nostri slogan è “il caffè in tutte le sue forme”, come dire che nei nostri negozi c’è caffè per qualsiasi tipo di erogazione: non solo cialde e capsule per tutte le macchine ma anche grani, macinati e solubili. Per farle un esempio: il nostro Napoletano della linea Premium, che ha vinto il premio “Il Mio Prodotto del Cuore 2019-2020”, il cliente lo trova in grani, macinato per la moka e per le macchine espresso, in cialda ecologica ed in capsule per tutte le macchine più usate sul mercato globale.
Il caffè è quello ed ognuno sceglie in che forma acquistarlo. Questo dà maggior garanzia ai nostri clienti che possono conoscere ciò che c’è dentro alle capsule che acquistano. C’è ancora molta clientela che usa i grani e che acquista il macinino: è una sorta di rito, una tradizione, un piacere e decisamente un consumo di caffè senza impatto ambientale nel vero senso della parola.”
E i prossimi sette anni?
Umberto Gonnella:”Continuiamo a crescere sotto ogni punto di vista, in Italia ed all’estero. Nuove miscele, nuove attività legate al caffè, nuove categorie di prodotto e nuovi format, sempre in franchising: come la caffetteria con le sue diverse declinazioni, che unisce il food market al food service in un sistema che lega la cucina tradizionale alla tecnologia che guida e soddisfa i nuovi trend di consumo.
C’è molto da fare: io ed il mio team siamo molto impegnati su vari fronti e posso solo dire grazie a loro ed a tutta la rete di negozi che portano al consumatore la bellezza ed i valori del brand 101Caffè.