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venerdì 22 Novembre 2024
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Il cappuccio non è più lo stesso con la Latte Art: decorato oltre che buono

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MILANO – Il cappuccino: gli italiani lo bevono a colazione, possibilmente comodamente serviti nei bar. Gli stranieri invece lo considerano quasi come una bevanda di accompagnamento a qualsiasi pasto della giornata. Insomma, una ricetta che sicuramente riscosso successo a livello nazionale e internazionale. Ora poi, negli ultimi anni, protagonista di una nuova tecnica che colpisce l’occhio anche dei non esperti: la Latte Art. L’Italia, che di solito è sempre l’ultima a riconoscere i propri talenti, quanto conosce di questa novità sulla crema della tazza? Leggiamo il punto di vista di un pubblico che deve ancora scoprire molto di questa forma artistica dal sito italiaoggi.it.

Cappuccino, una sfida italiana

Tra i più importanti export culturali italiani dei decenni recenti c’è l’arte di decorare i cappuccini. Manipolando la schiuma prodotta dal passaggio del vapore acqueo che li riscalda. Un po’ come sempre, qualcosa si perde in traduzione e qualcosa si guadagna, forse.

In molti paesi, la sfida ortografica posta dalla parola cappuccino – con troppe «p» e «c» – ha fatto sì che la bevanda venga chiamata invece latte, che in Italia è generalmente un’altra cosa. Comunque, per estensione, il creativo che li decora è convenzionalmente denominato «lattista». Dal punto di visto grafico la sua arte è fortemente limitata dalla gamma di colori disponibili: il bianco della schiuma lattea e i toni beige e marrone del caffè e dell’eventuale spolveratina di cacao.

Era probabilmente inevitabile che gli stranieri pensassero di superare l’ostacolo cromatico

https://www.instagram.com/p/B2bRT6QlewY/

E, in qualche modo non sorprende che siano stati i giapponesi a studiare e applicare adeguate soluzioni. Il colorito cappuccino «al pappagallo» che appare nella foto è opera della lattista nipponica Ku-san. Ottiene i suoi interessanti effetti «dipingendo» il contenuto della tazza con tracce di schiuma tinte con coloranti alimentari.

È un processo che richiede una mano ferma e veloce, per evitare che il caffè si raffreddi troppo. Molti altri esemplari dell’arte di Ku-san e della sua curiosa ossessione non solo per i cappuccini ma anche per i pappagalli sono visibili sulla sua pagina Instagram: @Kunit92.

L’Italia è un paese molto conservatore dal punto di vista alimentare

Consolerà sapere che il World Latte Art Championship 2019 – svoltosi quest’estate a Berlino – è stato vinto per la prima volta non dagli specialisti orientali che perlopiù dominano la disciplina, ma da un’italiana, l’alessandrina Manuela Fensore – a quanto pare nota come «la Tigre» nell’ambiente – con un impeccabile cavalluccio marino ottenuto impiegando solo caffè e latte bianco, come vuole la tradizione.

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