MILANO – Il percorso che vuole portare ad esser riconosciuto come patrimonio culturale Unesco, la bevanda tanto amata non solo dagli italiani, ma in utto il mondo, è una notizia già condivisa in varie occasioni. Questo processo di certificazione ha trovato il sostegno di operatori, scrittori e persino sociologi, che si sono uniti attorno alla causa portata avanti dal Consorzio di tutela dell’espresso italiano tradizionale. Tra questi, più volte si è espresso il sociologo Massimo Cerulo. Che torna con un’altra intervista, per sottolineare ulteriormente la funzione socio-culturale dell’espresso. Ricordando come non si tratti solamente di una commodity, ma di un rito che racchiude dentro di sè l’essenza italiana.
Cerulo racconta
“La candidatura ha una valenza storica e sociale molto importante.” Un passo che premierebbe il ruolo decisivo di questa bevanda non solo a livello sociale, ma anche a livello produttivo. Cerulo ricorda che son oltre 800 le torrefazioni coinvolte nella filiera e che ben il 72% degli italiani si reca a consumarlo al bar.
Cerulo: l’espresso è davvero una caratteristica di italianità
Due elementi principali caratterizzano il caffè sia come bevanda e come luogo sociale: democrazia e uguaglianza. Da qui nasce la partecipazione attorno alla tazzina di caffè. Che unisce a prescindere dalle differenze di classe, di etnia, etc. Chiunque è libero di entrare nel luogo sociale del caffè.
Si fa palestra di società, di uguaglianza, attorno alla tazzina. Da qui il tema della condivisione: ci si incontra a bere il caffè per discutere con gli amici, spogilandosi dei propri ruoli quotidiani. Oppure per costruire nuove forme di capitale sociale, in occasioni di business. Ma anche momenti di flirt con il proprio compagno.
Il video con tutte le argomentazioni
Potete visualizzarlo in versione integrale dal sito di perugiatoday.it.