lunedì 23 Dicembre 2024
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Il cambiamento climatico mette a rischio anche la produzione di caffè e cacao

Per esempio l'India ha visto la sua produzione di caffè scesa di oltre il 30 per cento tra il 2002 e il 2011. E, sull’onda di questa situazione tra il 2010 e il 2011 Maxwell House, Yaban e Folgers hanno aumentato il prezzo del caffè da 25 per cento , mentre Starbucks ha aumentato il suo prezzo di quasi il 20 per cento nel 2011. Ricercatori britannici dei giardini di Kew Gardens prevedono che fino al 99,7 per cento delle aree di coltivazione Arabica diventeranno inadatte per le piante del caffè

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MILANO – Le prime due settimane di marzo hanno portato un’ondata di inquietanti risultati sul fronte del cambiamento climatico, in corso da anni e segnalato in tutti i convegni sul caffè per le pesanti conseguenze che può avere sulla produzione. Se gli esseri umani sono abili risolutori di problemi e di eccezionali emergenze è fondamentale per la nostra specie prepararsi per ciò che si sta annunciando.

Cambiamento climatico: entriamo nel dettaglio

E diamo un’occhiata ad alcune delle ultime informazioni emerse e quindi esaminare il loro impatto particolare su tre prodotti importanti, diffusi e redditizi del mondo. Il 5 marzo scorso il gruppo di lavoro del Noaa incaricato della misurazione di gas a effetto serra nei pressi di un vulcano Mauna Loa su una delle Isole Hawaii ha annunciato un incremento spaventoso di 2,67 parti per milione di anidride carbonica dal 2011 al 2012, segnalando come il fatto che l’economia mondiale vada a massimo soprattutto dove si bruciano combustibili fossili – soprattutto in India e in Cina.

Si tratta del secondo incremento di biossido di carbonio dopo quello del 2,93 parti per milione nel 1998, dopo che furono adottate misurazione continue dal 1959. Il 9 marzo scorso il Ministro dell’Ambiente della Cina, Dong Zhengwei, ha sostenuto che non poteva divulgare dati vecchi di due anni in materia di inquinamento del suolo, perché si trattava di un “segreto di stato”.

L’inquinamento dell’aria è incredibilmente alta in città come Pechino

E molti scienziati cinesi ritengono che la natura stia morendo e anche gli uomini abbiano difficoltà notevoli. Si ricorderà che, in occasione delle Olimpiadi fu fermata la produzione di tutte le fabbriche della capitale. Per un paese con una popolazione di oltre 1,4 miliardi di persone ed è il più grande produttore di miele sul globo è una notizia spaventosa.

La maggior parte di questo inquinamento tossico dell’aria è generato dalle centrali elettriche a carbone, che ogni anno emettono non meno di 4.000 tonnellate di vapore di mercurio nell’atmosfera. Vapori di mercurio che sono una mortale neuro-tossina, provocano lo scioglimento di Artico e Antartico, contaminando oceani e acqua dolce. Quindi si inseriscono in modo pesante nella catena alimentare quindi in tutti gli alimenti che consumano gli esseri umani.

Il 12 marzo scorso le osservazioni dai satelliti della Nasa hanno confermato che la massa dei ghiacciai nell’Artico canadese è quasi scomparso. La continua perdita di 590 miliardi di tonnellate di ghiaccio tra 2004 e 2011 è in accelerazione e gli scienziati prevedono che sia irreversibile.

I ricercatori Cornell e Rutgers hanno chiaramente dimostrato il legame tra grave perdita di ghiaccio marino estivo e le sempre più devastanti tempeste come Sandy (2012) che si abbattono su sono densamente popolate comei New York. Secondo gli scienziati a il Giardino Botanico di Dublino bruciare combustibili a base di carbonio, l’uso dell’energia prodotta e l’immissione di umidità nell’atmosfera sposta verso nord le zone climatiche dell’emisfero settentrionale di quasi 5 chilometri ogni anni. Siccità , ondate di calore , l’aumento delle temperature , intense e prolungate precipitazioni estive e meno ghiaccio in mare stanno minacciando la sicurezza alimentare globale.

Così ci sono dati certi che negli Stati Uniti il cambiamento climatico ha messo a dura prova piante e api

Dal 2008 il prezzo del miele in America è aumentato del 50 per cento . Gli esperti si aspettano di raggiungere il suo prezzo massimo nel 2013. Sempre le temperature più elevate, periodi di siccità più lunghi e le piogge più intense e distruttive hanno diffuso in tutto il mondo portato parassiti più resistenti come la peste delle bacche del caffè e la maggiore incidenza di malattia vegetale come la ruggine.

Contemporaneamente l’intenso stress idrico provocato dalla siccità stanno provocando nel Sudan meridionale l’estinzione di piante di caffè selvatiche che gli esperti prevedono sarà totale attorno al 2020. Come è noto l’Arabica rappresenta la parte di produzione di caffè più ambita dai mercati.

Ebbene proprio gli Arabica sono i più sensibili a tutti i sintomi di un mondo che si sta riscaldando. Per esempio l’India ha visto la sua produzione di caffè scesa di oltre il 30 per cento tra il 2002 e il 2011. E, sull’onda di questa situazione tra il 2010 e il 2011 Maxwell House, Yaban e Folgers hanno aumentato il prezzo del caffè da 25 per cento , mentre Starbucks ha aumentato il suo prezzo di quasi il 20 per cento nel 2011. Ricercatori britannici dei giardini di Kew Gardens prevedono che fino al 99,7 per cento delle aree di coltivazione Arabica diventeranno inadatte per le piante del caffè perché le temperature continueranno ad aumentare senza interruzione nei prossimi decenni.

Lo stesso sta accadendo per il cacao

Il cioccolato viene ricavato dai semi delle fave dell’albero del cacao. L’Africa occidentale produce più del 40 per cento di cacao del mondo. Dal 2000 la siccità in questa zona ha causato il raddoppio del prezzo del cacao. Al corrente tasso globale di consumo dei combustibili fossili, le temperature delle regioni africane dove si coltiva il cacao nel prossimo decennio aumenteranno da un altro 1,8 F . Centinaia di migliaia di piccoli coltivatori di cacao in Ghana, Costa d’Avorio e altrove andranno in crisi e il prezzo del cacao diventerà un bene di lusso.

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