MILANO – Che lo prendiate a casa, al bar o alla macchinetta in ufficio, il vostro caffè potrebbe riservare amare sorprese. Diventando più caro e meno buono. Colpa dei cambiamenti climatici che mettono a dura prova le piantagioni di arabica in Sud America e Africa orientale, dove l’aumento delle temperature riduce resa e qualità dei raccolti.
Cambiamenti climatici. L’allarme viene da alcuni studi
(World coffee research e Royal botanic garden). I quali mostrano come la qualità arabica, la più diffusa e pregiata, venga compromessa se la temperatura supera i 23 gradi, come ormai spesso avviene; l’eccesso di calore, poi, favorisce i parassiti della pianta.
A rischio, dicono gli esperti, è il 75 per cento della produzione mondiale di caffè
E il futuro non è incoraggiante: secondo le stime, il rialzo delle temperature potrebbe raggiungere i 4 gradi nel 2060.
«Stiamo assistendo a condizioni ambientali straordinarie un po’ ovunque» conferma Giacomo Celi, responsabile di «sostenibilità caffè verde» alla Illy.
«Questi studi, che seguiamo da vicino, sono condotti in Etiopia, dove si trova il germoplasma dell’arabica, ossia il suo corredo genetico; e se dovesse succedere qualcosa lì, le conseguenze coinvolgerebbero tutto il mondo».
La soluzione
Così come riporta anche il New Scientist, è riuscire a rendere le piantagioni meno vulnerabili ai capricci del clima. «Servono analisi per identificare, nel dna del caffè, varianti genetiche che rendano l’arabica più resistente agli stress ambientali e alle malattie» precisa Celi.
«Sono indagini complesse e costose, possibili solo se la comunità internazionale farà di tutto per rassicurare l’Etiopia, molto gelosa e chiusa sulla protezione dell’arabica, che non ci saranno rischi di pirateria genetica».
Fonte: Panoramaonline