domenica 22 Dicembre 2024
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Calvano con Odello: “Differenze tra le 2 bevande dall’origine alla degustazione”

Un'integrazione dettagliata alla riflessione di Luigi Odello, arriva da uno dei paesi d'origine: da Bogotà si continua a distinguere fortemente il caffè dal vino. Ecco in cosa differiscono punto per punto

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MILANO – Arriva pronta dalla Colombia la replica all’intervento lanciato su coffeetasters.org da Luigi Odello, che ha messo in questione la possibile somiglianza che alcuni però vedono tra caffè e vino. Da Giovanni Calvano, un altro punto di vista sulla faccenda condiviso sul medesimo sito e che ora riportiamo per intero. Per anticipare: anche questa riflessione si pone a supporto della tesi sottolineata da Odello. E si scende ancora di più nelle argomentazioni per sostenere l’impossibilità di un parallelismo tra le due bevande.

Giovanni Calvano commenta

“Come sai vivo in Colombia, uno dei maggiori produttori ed esportatori di caffè del mondo, per questo l’argomento mi ha molto interessato e “stuzzicato”. Al punto che mi permetto d’integrare quanto da te brillantemente menzionato, ovvero ricordare altri elementi di differenziazione dei due prodotti.

Iniziamo dall’invecchiamento, considerato un fattore essenziale per il vino, ma quasi ininfluente per i chicchi di caffè. Una grande distinzione è poi la lavorazione del prodotto agricolo, nel senso che il grappolo d’uva subisce il processo di vinificazione per la quasi totalità in loco, i vigneti e le cantine sono, infatti, ubicati sugli stessi ettari, sul medesimo territorio, che nella stragrande maggioranza dei casi appartengono allo stesso proprietario; mentre la quasi totalità dei chicchi di caffè subisce il procedimento di torrefazione lontanissimo dal suo territorio d’origine, in alcuni casi distanti molti fusi orari da casa sua (pensiamo a quello che succede a casa nostra, con le torrefazioni di caffè provenienti dall’Africa od America Latina).

Un altro fattore che distingue nettamente le due bevande, è rappresentato dal suo consumo

Il vino viene venduto come prodotto finito, senza nessun intervento, diretto od indiretto, da parte del cliente, che al limite lo lascia invecchiare per il tempo necessario; il caffè acquistato deve, invece, necessariamente essere trasformato in liquido attraverso l’uso di macchine industriali, più o meno grandi e più o meno complesse, potrà essere la semplice moka, la macchina da caffè del bar, o le macchinette che lavorano le cialde.

Infine, come non citare la degustazione: il vino si beve e si degusta “puro”, idealmente in un calice cosi come versato direttamente dal suo contenitore, quasi sempre la bottiglia, od oppure fusti, damigiane etc. Mentre il caffè, a parte poche eccezioni, viene consumato e “contaminato” aggiungendo dello zucchero, del latte, del cacao, del miele e chi piu’ ne ha più ne metta.

Saludos desde Bogotà,
Giovanni Calvano

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