MILANO – Starbucks nuovamente nel mirino di una class action in terra americana. Teatro della vertenza legale sarà un tribunale della California, stato che ha la nomea di essere ipergarantista in materia di tutela dei consumatori, con norme e giurisprudenze spesso cavillose. Tutto nasce questa volta su iniziativa di Teresa Adams, una cliente delusa che ha adito le vie legali accusando Starbucks di pubblicità ingannevole.
Motivo: la reclamizzazione delle proprie bevande con schemi di “bait-and-switch”, cioè offerte civetta che si rivelano il classico specchietto per le allodole.
Starbucks ingannerebbe i propri clienti facendo pagare un prezzo maggiore per una bevanda di formato più grande che in realtà contiene la stessa quantità di caffè e caffeina di una di formato più piccolo.
La Adams sostiene di avere ordinato nel novembre del 2019, in uno Starbucks di San Clemente, un Pumpkin Spice Latte del formato “Venti” (circa 590 ml) convinta che esso contenesse più espresso e più caffeina del formato “Grande” (circa 470 ml).
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