MILANO – A causa del surriscaldamento sono arrivate in Italia le prime coltivazioni di banane e avocado ma sono a rischio le coltivazioni di caffè, le piante di cacao dell’ Africa occidentale dove il clima sta diventando piu’ secco e l’effetto serra taglia la resa delle colture di orzo e luppolo per la birra in Belgio e Repubblica Ceca ed anche i produttori di champagne francesi sono in allarme per l’aumento delle temperature di quasi 1,2 gradi negli ultimi 30 anni nella zona di coltivazione, tanto che autorevoli studiosi hanno ipotizzato lo spostamento fino in Inghilterra della zone di coltivazione piu’ idonee.
E’ quanto afferma la Coldiretti in relazione a quanto emerso al summit mondiale degli agricoltori “Agricoltura e cambiamento climatico” organizzato a Parigi dall’Organizzazione mondiale degli agricoltori (OMA), dal Comitato delle Organizzazioni professionali agricole dell’Unione europea (Copa) e dal Consiglio dell’agricoltura francese in occasione del Vertice COP21 di Parigi.
“L’agricoltura è l’attivita’ economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma e’ anche il settore piu’ impegnato per contrastarli” ha affermato il presidente della Coldiretti e vice presidente del Copa Roberto Moncalvo. Il caldo ha cambiato anche la distribuzione sul territorio dei vigneti che tendono ad espandersi verso l’alto con la presenza della vite a quasi 1200 metri di altezza come nel comune di Morgex e di La Salle, in provincia di Aosta, dove dai vitigni piu’ alti d’Europa si producono le uve per il Blanc de Morgex et de La Salle Dop. Una situazione che – rileva la Coldiretti – ha avuto effetti straordinari in Sicilia dove Andrea Passanisi ha trasformato in opportunità il clima ormai torrido, coltivando i primi avocado Made in Italy, frutto tipicamente tropicale, a Giarre ai piedi dell’Etna. A Palermo invece – conclude la Coldiretti – grazie al microclima e alla posizione soleggiata, Letizia Marcenò, che ha sempre voluto puntare sulla diversificazione aziendale, riesce addirittura produrre le prime banane nostrane”.