martedì 29 Ottobre 2024

Caffetterie made in Italy: ogni regione ne ha una propria versione

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MILANO – L’espresso è un simbolo che unisce l’Italia e il suo modo di consumarlo e prepararlo all’estero. In tutto il mondo infatti, questa bevanda e il suo rito, ci rende famosi e apprezzati. Non tutti però sanno che, in realtà, la ricetta e le maniere di fruizione sono molto diverse lungo lo Stivale. Da Nord a Sud le differenze sono parecchie e trovano un riflesso anche nell’aspetto delle stesse caffetterie che hanno fatto la storia di ciascuna regione. Le atmosfere, le storie, i luoghi di questi locali antichi, raccontati bene in un articolo uscito su iodonna.it. In un viaggio esplorativo attraverso le tradizioni conservate in quelli che non sono dei semplici spazi di consumo, ma degli scrigni di culture peculiari.

Caffetterie come i dialetti: si parte dalla Valle d’Aosta

Qui, il caffè è un momento di socialità e proprio per questo il Caffè Valdostano è conosciuto anche come café à la cognéntse. Un locale in cui viene servito nella grolla, un contenitore con più becchi da cui bere a turno.

CIMBALI M2

Il Caffè Valdostano è una bevanda alcolica

Una ricetta che prevede l’aggiunta di mezza tazza di grappa o genepí ogni caffè espresso lungo. Vengono poi aggiunti due cucchiaini di zucchero per caffè e diversi aromi quali cannella, ginepro, scorza di limone, arancio e chiodi di garofano. Una volta che l’orlo della coppa è stato cosparso di zucchero inumidito con grappa gli viene dato fuoco in modo da caramellare lo zucchero.

In Piemonte

La tradizione del caffè si sposa con la golosità del cioccolato per regalare una pausa di vero piacere grazie al suo Bicerin. Questa bevanda tradizionale piemontese nasce dalla fusione della cioccolata calda con il sapore del caffè e una delicata schiuma al fior di latte. Viene servito in alti bicchieri o calici di vetro che permettono di osservarne la sfumatura di colori che si crea quando gli ingredienti si miscelano.

Nel Trentino Alto Adige

Per affrontare il freddo inverno trentino non c’è niente di meglio di una buona bevanda alcolica al caffè. Il Parampampoli è il caffè tipico di questa regione. Nato alla fine degli anni 50 nel rifugio Crucolo in Valsugana il segreto della sua preparazione viene gelosamente custodito dal rifugio. Ottenuto dalla miscelazione di caffè, grappa, vino, zucchero, miele e aromi e spezie naturali è perfetto per riscaldare anime e corpi.

Si viaggia in Veneto

Grazie al forte afflusso in terra veneta di artisti e letterati anglosassoni e americani, forti bevitori e amanti del whiskey, in questa regione inizia a diffondersi il caffè veneziano. Una rivisitazione sia del classico caffè corretto italiano sia del famoso Irish Coffee.

Preparato con whiskey, zucchero, panna montata e cacao

E’ una bevanda golosa e da meditazione che scrittori e artisti gustavano nei famosi caffè del capoluogo. Oggi possiamo assaporarlo anche noi negli stessi antichi caffè che portano avanti questa tradizione, ed è la bevanda perfetta per trovare l’ispirazione artistica o semplicemente per godersi un momento di piacere e golosità.

In Friuli Venezia Giulia

Trieste il caffè è anima e motore del commercio e dello stile di vita della città. Ormai riconosciuta come la capitale del caffè, Trieste inizia il suo rapporto con la bevanda nel Settecento. Grazie agli sbarchi e i commerci possibili nel suo porto franco.

La sua posizione strategica non condiziona soltanto l’economia attorno al caffè, ma anche la visione di esso come elemento culturale. Le influenze che la Mitteleuropa ha avuto sulla città sono evidenti negli eleganti tavolini dei Caffè letterari che ne affollano le piazze.

La Lombardia prima di Starbucks

Qui, i caffè sono nati come luoghi di ritrovo degli artisti e hanno segnato la storia perché ritrovo di personaggi che hanno cambiato la musica, la letteratura o il panorama artistico. Verdi, Boito, Puccini, Marinetti e Bocconi. E anche Re Umberto I e Edoardo VII d’Inghilterra. Tutti erano assidui frequentatori dei caffè di Milano, dove si fermavano a gustare un momento di puro piacere.

L’Emilia Romagna di Segafredo Zanetti

Questa è la regione infatti, dove è nata Segafredo Zanetti. Con l’obiettivo di offrire un prodotto di qualità assoluta e garantita dalla piantina alla tazzina. In Emilia-Romagna, dove mangiar bene è un imperativo, anche il caffè non poteva che farsi elemento centrale della tradizione dolciaria. Dal Dolce Mattone alla Torta Barozzi il caffè è protagonista della tradizione culinaria di questa regione.

Un viaggio in Toscana

Sulle coste di questa regione, nella zona di Livorno, si può gustare il Ponce. Come facilmente intuibile dal nome, il Ponce si ispira al punch, bevanda alcolica britannica composta da tè, zucchero, cannella, limone e rum delle Antille.

La ricetta livornese

Il tè è stato sostituito dal caffè e il rum delle Antille con il “rum fantasia”, un’invenzione locale composta da alcol, zucchero e caramello di colore scuro. A volte aromatizzato con un’essenza di rum. Il Ponce va gustato rigorosamente caldo, dopo aver mescolato bene lo zucchero per aiutarlo a sciogliersi.

Si scende in Umbria

Qui la tradizione regionale della cioccolata sposa il sapore del caffè nell’incontro di questi due elementi in un liquore. Il liquore al caffè e cioccolato è tipico di questa regione. Questo liquore non è troppo alcolico, il che lo rende gradevole anche per chi non è abituato a bere alcolici. Grazie al suo basso tasso alcolico può essere gustato a fine pasto anche come dolce o topping per coppe gelato, e non soltanto come digestivo.

Nelle Marche

In questo luogo amano i prodotti locali e hanno un grande rispetto delle tradizioni della loro terra. Per questo il caffè viene corretto rigorosamente con liquori tipici. Da Macerata in su il caffè è corretto Varnelli: mezzo cucchiaino di Varnelli completa ed esalta il sapore caffè senza alterarne il gusto. Ad Ascoli invece preferiscono correggere il loro caffè con l’Anisetta Meletti, un liquore dolce che esalta la freschezza dell’anice verde mediterraneo.

In Abruzzo

Nella regione il caffè non è soltanto buono da bere, ma è l’elemento chiave per arricchire uno dei dolci più famosi della tradizione abruzzese: la pizza dolce. Questa consiste in un pan di spagna tagliato a dischi, bagnato con il caffè e liquore e riccamente farcito. Tipicamente destinato ai matrimoni, questo dolce rende il caffè anche buono da mangiare.

Campania

Qui un caffè al bar è un gesto tanto tradizionale quanto artistico. Cosa rende il caffè campano amato e apprezzato in tutta Italia e all’estero? Sicuramente la particolarità del fatto che la tazzina deve essere bollente. Non ti sei bruciato le dita? Allora non era un buon caffè! In più avete mai sentito parlare del caffè sospeso?

A Napoli, durante la seconda guerra mondiale, chi poteva permettersi di pagare un caffè ne pagava anche uno in più. Lasciandolo appunto “in sospeso” per chi avesse voluto godere di questo momento senza averne la possibilità.

La Puglia

In particolare nel leccese, caffè è sinonimo di caffè con ghiaccio. Una ricetta che ormai i nostri lettori conoscono bene, dopo la lezione della famiglia Quarta, da cui l’idea ha avuto origine. Questo particolare modo di bere il caffè è ormai diffuso in moltissimi bar di tutto lo stivale, ma affonda le sue radici in Puglia.

Un bicchiere di vetro colmo di cubetti, innaffiato di caffè espresso e latte di mandorla

Il caffè con ghiaccio nasce prima di tutto da una necessità: quando negli anni 70 nessuno aveva ancora il frigorifero in casa le persone si trovavano al bar per picconare il ghiaccio. Da qui nasce questa specialità pugliese amata in tutto il Paese.

Giù in Calabria

Questa è una regione che ama i sapori forti e il caffè non fa eccezione. La versione calabrese, infatti, si gusta in un bicchierino piccolo dentro al quale si mette lo zucchero di canna per poi andare ad aggiungere il Brandy. A questo punto si scalda il composto con il vapore della macchina e si aggiunge polvere di liquirizia e caffè. Il caffè calabrese va bevuto bollente, per esaltare al meglio l’esplosione di sapori dei quali è composto.

Nell’isola siciliana

In questa regione è simbolo della cultura mediterranea, miscela unica di diversi caratteri, linguaggi ed espressioni e simbolo di convivialità, condivisione e identità territoriale. La granita al caffè, tipica siciliana, rappresenta benissimo la doppia anima della regione, che è terra di conquista ma allo stesso tempo luogo di aggregazione di differenti culture.

In questa tradizione ritroviamo l’incontro tra la tradizione araba del caffè

Assieme alla cultura siciliana. Gli arabi portarono in Sicilia la ricetta dello sherbet, una bevanda ghiacciata aromatizzata con succhi di frutta o acqua di rose. Durante il XVI secolo questa ricetta venne perfezionata grazie all’utilizzo della neve che d’inverno veniva raccolta sull’Etna, sui monti Peloritani, Iblei o Nebrodi. Poi stivata durante l’anno nelle niviere.

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