MILANO – Il dato ha fatto scalpore, tanto da conquistare la ribalta sui media di tutto il mondo: in Cina ci sono ormai più caffetterie a marchio che negli Usa. La patria di Starbucks, il paese che ha trasformato e codificato in format il concetto di terzo luogo, ispirandosi alla dimensione sociale del rito del caffè derivata dalla cultura europea.
Le cifre che sanciscono il sorpasso del paese del dragone sullo zio Sam arrivano dal report Project Café East Asia 2024 di World Coffee Portal di Allegra, che ha condotto uno studio approfondito in 18 paesi dell’estremo oriente raccogliendo statistiche di mercato, esplorando e analizzando i principali trend e intervistando market leader e consumatori.
Ne esce una radiografia approfondita di un’area geografica in impetuosa crescita.
Basti un dato: negli ultimi 12 mesi, il numero di caffetterie a marchio è cresciuto, nei 18 paesi in esame, del 24%, per un totale di 119.221 unità, con la Cina a costituire il 42% del mercato.
In 17 paesi su 18 si è registrata crescita positiva (il numero netto di locali è aumentato), con incrementi in doppia cifra in ben 7 paesi.
Si moltiplicano i marchi locali: ben l’85% delle 645 catene a marchio censite dal report sono infatti “autoctone”.
Ma torniamo al dato che più ha impressionato i media: il primato delle caffetterie strappato agli Usa dalla Cina.
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