MILAN – L’annus horribilis della pandemia porta a cali storici in Uk nel comparto delle caffetterie a marchio, di cui il Regno Unito è il paese leader a livello europeo quanto a numero di locali. La pandemia ha spazzato via 2 miliardi di fatturato riportando il settore ai livelli del 2013. Per la prima volta da vent’anni, vendite e numero di locali segnano un saldo negativo. E la ripresa si presenta lenta e incerta: non si tornerà ai livelli pre-Covid prima del 2024. Così le cifre e le previsioni del report Project Café UK 2021, di World Coffee Portal.
Lockdown e altre misure restrittive hanno riscosso un tributo pesantissimo. Frequenti stop-and-go, limitazioni nell’operatività dei locali, servizio limitato al takeaway hanno precarizzato il settore, mentre il lavoro agile da casa ha ridotto drasticamente il flusso di clienti abituali nelle caffetterie delle high street e dei centri direzionali.
Emblematica la situazione dell’area londinese, dove il numero di esercizi è in flessione per la prima volta (-1,9%) da vent’anni.
Ciononostante, i tre leader di mercato – Costa Coffee, Greggs e Starbucks – hanno visto crescere il numero di locali di 56, 28 e 30 unità – a un totale, rispettivamente, di 2.681, 2.078 e 1.025 caffetterie.
Negativo invece il bilancio per Caffè Nero, che ha chiuso 16 locali e ne conta ora 648 in tutto il Regno Unito.
Caffetterie a marchio: così cambiano le abitudini in Uk, tra delivery e drive-thru
Secondo il sondaggio condotto da World Coffee Portal, la percentuale di consumatori che visitano una caffetteria almeno una volta alla settimana è sceso al 56%, dall’85% dell’era pre-Covid. Questo dato è chiaramente soggetto a variazioni, anche rilevanti, in funzione delle misure restrittive temporaneamente adottate.
La pandemia ha cambiato profondamente le abitudini di consumo: il 26% del campione guarda con interesse al delivery e ne farebbe uso regolarmente, se questo genere di servizio fosse più diffuso e offrisse un numero maggiore di opzioni.
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