MILANO – Api e caffè sono amici da sempre dal punto di vista biologico: questi insetti aiutano alla buona salute delle coltivazioni grazie alla loro funzione di impollinatori. Adesso, recenti studi, hanno fatto emergere come la caffeina a sua volta, possa aiutare i bombi a migliorare le loro prestazioni naturali e la loro memoria (un po’ come succede con la pausa caffè in ufficio). Leggiamo cosa è emerso nel dettaglio dall’articolo di Anna Lisa Bonfranceschi su repubblica.it.
Bombi: performance migliori a suon di caffeina
Una tazzina di caffè per l’agricoltore, una per api e bombi prima di mettersi al lavoro. La mattina la routine in azienda potrebbe cambiare così, dopo le notizia che arriva dalle pagine di Current Biology: la caffeina aiuta infatti i bombi a ricordare meglio l’odore di alcuni fiori. Sfruttarla per insegnargli a rintracciare proprio quell’odore potrebbe migliorare l’impollinazione delle colture, indirizzando gli insetti proprio lì dove più servono. Ovviamente se i risultati venissero confermati e e se l’effetto caffeina non fosse dannoso per gli insetti.
La caffeina, ricorda il team guidato da Sarah Arnold della University of Greenwich a capo della ricerca, si ritrova naturalmente in alcune piante, come quella del caffè e degli agrumi. E già da tempo alcune ricerche avevavano osservato comportamenti particolari associati alla presenza di caffeina nei fiori o all’effetto caffeina negli impollinatori.
Sebbene infatti questa sostanza si crede abbia anche un ruolo come sistema di difesa delle piante – i ricercatori ne parlano addirittura come pesticida naturale – si è visto che la caffeina nel nettare di alcuni fiori induce delle preferenze di scelta da parte delle api. Finora però esperimenti simili non avevano permesso di capire se le preferenze in materia di alcuni fiori fossero dovute alla capacità della caffeina di migliorare la memoria delle api – relativamente a quei determinati fiori – o alla ricerca della caffeina stessa come ricompensa. E a quanto pare è l’effetto di potenziamento della memoria a guidare questi comportamenti.
Così è infatti emerso dopo aver osservato il comportamento di alcuni bombi, allenati in laboratorio ad associare la caffeina a un odore in particolare o meno
Nel dettaglio: i ricercatori hanno preso un campione di una novantina di bombi, alcuni sono stati esposti a odore di fragola e una soluzione dolce con caffeina, altri solo odore e soluzione dolce, e infine altri ancora solo alla soluzione zuccherina. Lasciati liberi di volare i presenza di fiori artificiali – con odore che avevano imparato a riconoscere in laboratorio o con un altro odore – i bombi che avevano anche bevuto caffeina all’inizio sceglievano di più quelli al sapore di fragola (che non avevano però caffeina), rispetto agli altri gruppi.
Un risultato che sembrerebbe deporre a favore della capacità della caffeina di migliorare il ricordo di un determinato odore, e dunque del fiore associato. Un effetto comunque breve, notano gli autori: dopo poco infatti la preferenza dei bombi scompariva. Come atteso ha spiegato Arnold, perché i bombi ricevevano soluzione zuccherina qualsiasi fiore robotico visitassero.
Se quanto osservato venisse confermato la scoperta potrebbe avere applicazioni direttamente sul campo, come accennato. Basterebbe ‘dare’ ai bombi, prima di iniziare il loro lavoro, l’odore della coltura di interesse e un po’ di caffeina, senza così che vengano distratti dai fiori vicini, concludono gli autori.