MILANO – Due tazze di caffè nelle donne asiatiche e occidentali hanno effetti diversi. La caffeina, tutte le donne ne consumano almeno una tazzina al giorno, ma mai avremmo pensato che potesse influire sui livelli di estrogeni (gli ormoni femminili). Lo studio è stato condotto dai ricercatori del National Institute of Health negli USA e pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition. Il dott. Enrique Schisterman, autore dello studio, ha confermato l’importanza dei risultati, in particolare per la comprensione del processo attraverso cui la caffeina è metabolizzata nei differenti gruppi genetici. Ma, “per le donne in età fertile bere caffè non altera il normale funzionamento ormonale in maniera clinicamente significativa”.
Caffeina: lo studio ha riguardato 259 donne, d’età compresa tra 18 e 44 anni, seguite per 2 cicli mestruali
In media, le donne hanno consumato circa 90 milligrammi di caffeina al giorno, l’equivalente di una tazza di caffè. I ricercatori hanno riscontrato che tra le donne asiatiche, quelle che assumevano 200 milligrammi o più di caffeina al giorno avevano un livello di estrogeni più alto rispetto alla media. Nelle donne bianche occidentali che consumavano la stessa quantità di caffeina veniva rilevato l’effetto contrario. La causa di questi diversi effetti non è chiara, ma il dott. Schisterman ritiene probabile che la genetica abbia rilevanza nel metabolismo della caffeina.
Anche la bevanda è sembrata motivo di diversi risultati
Quando i ricercatori, infatti, hanno analizzato la caffeina contenuta in bevande diverse dal caffè è emerso che tutte le donne, indipendentemente dalla razza, avevano livelli più alti di estrogeni. Gli studiosi sono convinti che anche gli additivi come latte e zucchero possono giocare un ruolo importante negli effetti causati. Infine, se per il breve periodo nessuna donna sana o in pre-menopausa deve preoccuparsi prima di prendere una tazzina di caffè, lo stesso non si può dire per il lungo periodo in quanto non si conoscono gli effetti a lungo termine dei cambiamenti nei livelli ormonali. http://www.nih.gov/