MILANO – Su viaggiimperfetti.com, il racconto di un consumatore che si firma “dettabroad” che ama viaggiare provando la cucina del posto. In questo caso si parla del Vietnam e del suo particolare rito del caffè e anche di come si consumi la cioccolata. Il Vietnam che è il paese secondo produttore mondiale del chicco con la Robusta e che ora sta puntando anche sull’Arabica.
Vietnam: caffè e cioccolata sono un mondo da scoprire
Sono un animale da bar. Sono capace di passarci ore sorseggiando un caffè mentre leggo, scrivo o mi limito a guardare la gente che passa. E ho trovato il mio posto nel mondo. Dove quasi cento milioni di abitanti fanno del rito del caffè un momento clou della giornata. Amici viaggiatori, vi presento il ca phe vietnamita.
In Vietnam diventerai ca phe dipendente…
In Vietnam esistono caffetterie di ogni tipo: semplici botteghe con gli sgabelli di plastica sul marciapiede, grandi catene; ritrovi decisamente trendy affollati da gente giovane ed expat. In tutte, bere un caffè significa “staccare”, prendersi del tempo. Trovare l’energia giusta per affrontare la giornata.
Al secondo posto per produzione con la Robusta
Il caffè vietnamita è forte e aromatico. Goccia a goccia viene filtrato nel bicchiere di vetro attraverso il phin. Un contenitore per lo più in latta dove si inserisce il caffè e attraverso cui passa l’acqua. Operazione lenta e quasi ipnotica, trasforma il rito del caffè in pausa corroborante e profumata.
A me piace il ca phe den nong, nero e caldo
Ma in Vietnam va forte anche il ca phe da, freddo e con ghiaccio. Scordatevi di aggiungere il classico latte e lo zucchero. Qui si va di latte condensato con il quale si fa il ca phe sua da, versandone una buona dose sul fondo del bicchiere. Più lo si mescola con il caffè che scende dal phin, più è dolce.
Se il caffè lo prendete zuccherato allora provate anche la versione con il cocco e quella con l’uovo. Il ca phe trung da, per gli stranieri egg coffee. Secondo me sono più un dessert che un caffè ma in molti ne vanno matti.
E il cioccolato?
Di solito quando si va nel sud est asiatico non si pensa certo al cioccolato eppure di piantagioni di cacao in Vietnam ce ne sono e sembra producano una materia prima eccellente. A scoprirlo e a trasformarlo in un business sono stati due francesi, Vincent Mourou e Samuel Maruta. Che insieme hanno dato vita alla Maison Maurou, Faiseurs de Chocolat.
Eh sì, perché alla Maison Marou non ci si limita a vendere cioccolato
Le fave di cacao selezionate nelle piantagioni locali senza intermediari, dopo una prima essiccatura vengono trasferite in boutique, tostate, lavorate e trasformate nella delizia che trovate nei banchi sotto forma di barrette, cioccolatini; pralines, dolci al cucchiaio. Ciò che trovo straordinario è che la produzione e trasformazione del cacao avviene a vista. Puoi seguire il team Marou mentre prepara la delizia che poi assaggerai.
Sui tavolini ci sono bocce di vetro con alcune fave appena tostate. Ne ho presa una infilandola nella tasca dei pantaloni e per giorni ha continuato a sprigionare un profumo delicato e goloso allo stesso tempo.
Di varietà ce ne sono davvero tante
Ma mi soffermerei sul cioccolato che prende il nome dalla località vietnamita da cui proviene: Dak Lak, Ba Ria, Lam Dong; Dong Nai, Tien Giang, Ben Tre. Ogni zona dona al cacao profumo e retrogusto diversi grazie a frutta e spezie presenti. E’ la natura che decide, il sapore cambia.
La prima Maison Marou
E’ nata a Ho Chi Minh City, vecchia Saigon, 167-169 Calmette Street, District 1; la seconda è ad Hanoi, 91 Tho Nuom. Me l’ha detto Russiana all’Essence Restaurant nel Quartiere Vecchio raccontandomi che non può più fare a meno del cioccolato Marou