di Emanuele Scarci*
Il giorno dopo l’alleanza commerciale tra Keurig e illy: prove di divorzio tra il gigante americano e Lavazza? La società torinese ostenta tranquillità e dichiara che non è cambiato niente: i contratti commerciali esistenti con il gigante americano delle macchine per caffè, the e bevande continueranno normalmente. Poi dichiara che la piattaforma di Keurig conta numerosi brand, non ci sono problemi se c’è n’è uno in più.
Rimangono però i dubbi: perchè è come imporre alla rete commerciale americana di Fiat-Chrysler di vendere anche le auto di Ford o di GM. Comunque capiremo meglio nei prossimi mesi.
Il fatto è che Lavazza è legata a doppio filo a Keurig da una quota di azioni del 3%, dopo aver raggiunto un massimo del 7%, non lontano dal 10% detenuto da Coca-Cola, alleato di illy nel business di “illy issimo”, una linea di bevande al caffè. È probabile che Coca Cola abbia favorito l’ingresso dell’espresso triestino sulla piattaforma di Keurig.
Quale il motivo della rottura tra Lavazza e Keurig? Se rottura c’è stata, tale da far decidere lo smobilizzo parziale delle azioni (si pensava servisse a fare cassa per acquisire il brand francese Carte Noire), un motivo potrebbe arrivare dalle strategie aziendali di Waterbury che hanno provocato un calo di ricavi e marginalità.
Che si tenta di arginare con un taglio del 5% della forza lavoro e una riduzione dei costi di struttura di 300 milioni di dollari in un triennio. Di cui 100 già nel 2016.
Al Nasdaq, la piazza di quotazione di Keurig, dallo scorso novembre il prezzo del titolo è scivolato di due terzi: dai 159 dollari a 53 di ieri.
Lavazza lo scorso febbraio comunicò di aver ceduto 5,2 milioni di azioni e di aver incassato 620 milioni di dollari. Quindi il prezzo medio di cessione è stato di 120 dollari ad azione, più o meno la quotazione media di gennaio e quando il titolo era in picchiata.
Ora però ai corsi attuali il restante 3% in portafoglio vale poco più di 200 milioni di dollari. Una beffa.
L’ultima operazione di acquisto di Lavazza risale al febbraio 2014: un aumento della partecipazione strategica in Green Mountain Coffee per mezzo di un filing con la Sec per esercitare un diritto di opzione per l’acquisto di 1,407 milioni di azioni legato all’accordo di Green Mountain con Coca-Cola. L’acquisto dei titoli avvenne a un prezzo predeterminato di 74,98 dollari per azione per un valore complessivo di 105,5 milioni di dollari.