MILANO – Se c’è un prodotto del quale noi italiani siamo particolarmente orgogliosi questo è certamente il nostro caffè espresso, che per noi è “il caffè”. Eppure c’è almeno un altro popolo che la pensa allo stesso modo del suo caffè: sono i turchi. Il loro caffè turco è meno tecnologico, meno “trendy” dell’espresso, ma molto più antico e ricco di suggestioni, prima fra tutti la ritualità con la quale viene servito.
Caffè turco: un rito che ha origini lontane
Il caffè fu introdotto nell’impero ottomano nel 1543 e divenne popolarissimo in breve tempo. Le botteghe del caffè si moltiplicarono e ancora oggi a Istanbul esiste via Thamis, che significa “tostatura del caffè”.
Il profumo di questa bevanda esotica di origine africana è uno dei profumi più tipici del bazaar. Di fronte a un caffè si stringe un’amicizia, si conclude un affare o anche un matrimonio.
Attraverso il caffè le future spose potevano esprimere il loro parere sul candidato marito. Se il caffè che servivano ai futuri suoceri era dolce significava “sì”, se amaro “no”, se “salato” un rifiuto senza appello.
In realtà il caffè turco in origine si beveva amaro per accompagnare pasticcini molto dolci. Tutto il segreto di questo caffè sta nella preparazione. Bisogna innanzitutto disporre di un ibrik, un bricco di rame con un manico lungo.
Il caffè deve essere macinato molto fine insieme con spezie come cardamomo e cannella. Per due tazzine di caffè si versano due tazzine e mezzo d’acqua nell’ibrik. Si aggiunge zucchero a piacere e caffè nella misura di un cucchiaino colmo per ogni tazzina.
Quando il caffè giunge a ebollizione si toglie l’ibrik dal fuoco e si trasferisce un
po’ della schiuma che si è formata nelle due tazzine. Si fa poi bollire il caffè per altre due volte mettendo e togliendo l’ibrik dal fuoco.
Infine si versa il caffè nelle tazzine, ma non è ancora il momento di berlo.
Bisogna infatti aspettare alcuni minuti che la polvere di caffè si depositi sul fondo.
Una polvere preziosa, tutta da leggere, per conoscere il nostro futuro.
Insieme al caffè si possono servire dei lokum (gelatine profumate) o cubetti
di halvà (torrone di sesamo).
Fonte: Cucina etnica