SALERNO – Una linea di trasporto del caffè in grani e del caffè macinato che per movimentare il prodotto utilizza il vuoto e l’azoto, anziché l’aria, assicurando ad ogni ciclo l’autopulizia. Un macinatore di ultima generazione in grado di regolare la macinatura in base alle curve granulometriche per tre tipologie di estrazione del caffè (espresso, moka e filtro). Un impianto per la produzione di caffè macinato fresco in barattolo. Una batteria di silos per favorire le operazioni di degassaggio in tempi brevi a monte di un impianto per il confezionamento del caffè macinato sottovuoto.
Le nuove tecnologie di Caffè Trucillo
Con l’installazione di queste nuove tecnologie italiane, che rappresentano la massima innovazione dei processi attualmente disponibili sul mercato, si completa e concretizza il piano industriale di Caffè Trucillo, avviato 6 anni fa con il trasferimento nella moderna sede nell’area industriale di Salerno.
Caffè Trucillo si dota così di un sistema multi-versatile che gli consente di produrre in casa, direttamente, tutte le tipologie di prodotto (dal caffè in grani al caffè macinato per le classiche mattonelle, dalle cialde ai nuovissimi barattoli).
La torrefazione che porta il nome dell’omonima famiglia alza ulteriormente l’asticella della qualità.
Il trasporto del caffè in tutti gli elementi dell’impianto si compie infatti in totale assenza di ossigeno, elemento fondamentale per evitare l’ossidazione del caffè e mantenerne intatte le caratteristiche. Inoltre, all’interno di appositi silos a tenuta stagna, la fase di degasaggio, fondamentale per la maturazione del prodotto, può essere accelerata: il processo che normalmente dura dalle 48 alle 72 ore, per poi procedere al confezionamento, si riduce a 3-4 ore.
Ciò permette di processare in un turno lavorativo di 8h quello che normalmente avveniva in dieci giorni (80h). L’impianto è anche dotato di una tecnologia autopulente che alla fine di ogni ciclo di produzione elimina dalle tubazioni resti di caffè in grani o macinato.
“Più che un impianto possiamo definirlo come un booster di processo e prodotto. – commenta l’ad Matteo Trucillo – Oggi vedo finalmente realizzata, nonostante la lunga serie di imprevedibili e crescenti difficoltà che abbiamo attraversato in questi ultimi anni, la visione di azienda che nel 2014 mi ha spinto ad investire in una nuova sede per la nostra attività e, una volta trasferiti qui nel 2016, a dotarci di tecnologie d’avanguardia che ci consentono di consegnare alla terza generazione un’azienda 4.0, che coniuga alta qualità e innovazione dei processi.”
Tecnologia e innovazione
In particolare, il sistema di degassaggio integrato nello stabilimento è utilizzato solitamente dalle torrefazioni per la produzione del monoporzionato. Trucillo ha esteso l’applicazione di questo sistema, oltre al monoporzionato, anche alle altre tipologie di prodotto, cucendo la tecnologia come un vestito sartoriale sulle esigenze qualitative dell’azienda, che ne ha esteso di fatto l’input applicativo. “Siamo partiti dall’idea e l’abbiamo resa applicabile alle nostre esigenze e performance”, spiegano ancora dall’azienda.
Grazie all’implementazione di tutte queste nuove tecnologie, migliorano le performance produttive, l’affidabilità e replicabilità per la standardizzazione dei lotti, aumenta la sicurezza sul lavoro e matura ulteriormente la professionalità del personale in termini di processi e digitalizzazione.
“Abbiamo creato in scala artigianale un modello evoluto di impianto industriale,” aggiunge Francesco Giordano, general manager della torrefazione dalla scorsa primavera, tornato nella sua Salerno dopo decenni di esperienza internazionale al servizio di primarie aziende agroalimentari.
“Questo ci permette di soddisfare la richiesta crescente dai mercati internazionali, dove esportiamo già il 60% della produzione, e di allargare la nostra presenza nel mercato interno, superando i confini del nostro territorio, dove Trucillo rappresenta la tradizione autentica del caffè locale. Senza rinunciare all’unico compromesso a cui cediamo, quello con la qualità totale.”