MILANO – Il caffè tostato a legna è una delle modalità a disposizione dei torrefattori che sono alla ricerca del combustibile ottimale, che spesso oggi coincide con il metano quasi dappertutto, dove è disponibile. Anche i costruttori di macchine, dalla loro parte, prevedono sempre l’uso della legna. Insomma, il settore sembra esser diviso in due categorie: molti la criticano molti la esaltano. Voi che cosa ne pensate? Dal sito italiancoffeedistribution.com, proviamo a comprendere questo procedimento.
Caffè tostato a legna: meglio o peggio?
Perché il caffè tostato a legna è più buono non è difficile spiegarlo. Andremo con ordine e cercheremo di essere il più esaustivi possibile. Partiamo quindi proprio dalla legna. Chiaramente questo è il motivo dal quale poi nascono tutte le differenze, le qualità di questo tipo di produzione.
La legna permette un ottimo controllo del calore derivante dalla tostatura, e cuoce il chicco verde sia dentro che fuori. Nella tostatura a gas, quella industriale, spesso si rischia di cuocere il chicco verde soltanto all’esterno.
Il caffè della tostatura a legna ha un corposità piena, quasi assoluta ed una omogeneità di gusto unica. Il suo aroma, grazie alla legna, che può essere di cinque tipi diversi, assume note di affumicato e legno stagionato. I legni usati sono generalmente scelti tra frassino, leccio, faggio, olmo ed anche quercia.
Il prodotto appena tostato, poi deve riposare
Deve raffreddarsi e prendere aria. Non è come nelle produzioni industriali dove viene subito macinato e portato in polvere. Deve arrivare nei bar e nelle vostre case conservando sempre il suo speciale aroma, unico ed inimitabile da qualsiasi altra tostatura.
E poi alla fine, il suo gusto diverso. Cioccolatoso, così amiamo definirlo noi. Pare quasi di bere una cioccolata e non un caffè.
Signori, anche solo per curiosità, cercate ed assaggiate un caffè tostato a legna. E non lo abbandonerete più.