MILANO – La professoressa Leda Galiuto (salute@ilfattoquotidiano.it) firma sul Fatto quotidiano la rubrica di consulenza medica “Dica 33”. Si tratta di una corrispondenza tra il medico e i lettori. L’ultima risposta è stata sul caffè. Ve la proponiamo. A quanto pare, ancora una volta una bevanda scagionata dalla scienza per quanto riguarda gli effetti sull’organismo.
Gentile Professoressa Galiuto di recente mi è stata diagnosticata una forma lieve di ipertensione arteriosa. So di dover mangiare con poco sale, ma ho dei dubbi sul caffè. Dovrei farne a meno?
La sua è una domanda frequente e riporta un dubbio legittimo dal momento che la risposta non è univoca. Di certo l’espresso con il suo contenuto in caffeina (50 mg in una tazzina e oltre 100 nel caffè americano) è un potente stimolante sia a livello nervoso che muscolare, con possibile risposta in tachicardia e ipertensione. Questo però accade solo a persone particolarmente sensibili, mentre gli studi scientifici e le opinioni mediche non sono concordi nel vietarlo agli ipertesi.
Si sa, invece, che fino a 5 tazzine al giorno risultano protettive per le arterie con riduzione della loro calcificazione e della formazione delle placche. Il caffè come tonico del cuore e di tutto l’organismo, dunque, capace di aumentare il tono dell’umore, la concentrazione, l’attenzione e i riflessi, in grado di ridurre il rischio di tumori al colon-retto ed al fegato e l’incidenza di diabete di tipo II. Nessun rischio per seno, pancreas e fegato.
Per le donne in dolce attesa non più di due tazzine al giorno invece, perché l’eccesso di caffè pare possa influire sul peso del neonato, riducendolo. Anche se non tutti son d’accordo, direi che in questo caso meglio non rischiare!
Per chi segue un regime di dieta ipocalorica, il caffè rappresenta un aiuto in più stimolando, anche se solo in piccola parte, il metabolismo. Bene, dunque, iniziare la giornata con un bel caffè, importante proseguirla seguendo una attenta dieta bilanciata, varia, ma ipocalorica se si vuole perdere peso.
Molto utilizzato per “favorire la digestione”, in effetti il caffè stimola la produzione di succhi gastrici, preziosi a fine pasto appunto per portare a termine rapidamente i processi digestivi. Ma proprio perché stimola la produzione di succhi gastrici, se preso a digiuno, il caffè può risultare irritante per le mucose gastriche sensibili e provocare gastriti con relativa sintomatologia dolorosa.
Così per chi ha uno stomaco che non può proprio permettersi di bere troppi espressi, ma è un amante del suo gusto (un recente studio scomodo addirittura la genetica, sostenendo che il piacere per un buon espresso sia scritto nel DNA di alcuni di noi) via libera al decaffeinato.
Caffè ok, ma il cappuccino ha qualche problema
Semaforo rosso, invece, per il cappuccino. Infatti, ad alte temperature l’acido tannico del caffè si unisce alla caseina del latte e produce il tannato di caffeina che risulta particolarmente indigeribile.