TRIESTE – Anche i locali storici si rinnovano, proprio per adeguarsi ai tempi e sopravvivere ancora nei secoli a venire. E’ stato il caso del Caffè Quadri a Venezia. Ora spetta ad un altro bar che ha osservato lo sviluppo di Trieste: il Caffè Tommaseo.
Caffè Tommaseo si rinnova
Porte e finestre oscurate per alcune settimane, via vai di operai, curiosità e aspettative che crescono. Dopo un breve periodo di chiusura, lo storico Caffè Tommaseo ha riaperto i battenti.
«La manutenzione di un locale storico, di oltre 300 metri quadrati, è quanto mai difficile ma assolutamente doverosa. – spiega Gianluca Tombacco, gestore del locale.
– in questo caso si è svuotata completamente la sala dagli arredi per pulire a fondo pavimenti, pareti e stucchi. Oltre al rifacimento di alcune parti della tappezzeria degli arredi (sedie, divani) che richiedono la manodopera di artigiani specializzati».
Il cambiamento più importante sarà celato agli occhi dei clienti
«La chiusura ha infatti permesso di rifare completamente le cucine. Così da poter soddisfare una clientela sempre più attenta agli standard qualitativi» aggiunge.
Da anni ormai il Caffè Tommaseo non è più solo caffetteria e aperitivi, ma anche, e sempre più, pranzi e cene.
«Con la nuova cucina ci sarà un incremento nell’offerta e la collaborazione con lo chef Stefano Blasotti. Lo storico chef della “Risorta” e molto conosciuto nel settore, darà quel tocco di esclusività ad ogni piatto».
Il rinnovamento del ristorante passa anche dall’ampliamento della cantina vini
Con una selezione curata dalla storica Enoteca Bischoff, e un calendario di eventi legati al mondo enogastronomico: Con particolare attenzione alle eccellenze del nostro territorio, anche grazie alla collaborazione con Docet e i corsi Sorso di Vino.
Il Caffè Tommaseo è uno dei più apprezzati caffè storici che Trieste può vantare
E’ frequentato quotidianamente da triestini e da turisti che amano immergersi in quell’atmosfera ottocentesca che da sempre lo contraddistingue.
Fondato nel 1830 dal commerciante Tomaso Marcato, decorato con cura dal pittore Gatteri. Poi adornato con specchiere fatte arrivare direttamente dal Belgio.
Ha visto la nascita dell’irredentismo, è stato frequentato dai principali protagonisti della scena culturale, da Svevo a Joyce, da Stuparich a Saba.
Infine, tutelato dal 1954 come monumento storico e artistico e insignito dell’onoreficenza di “locale storico d’Italia”.