MILANO – Si pensa al bar all’italiana, un modello strettamente legato alla cultura del Paese dell’espresso che ha conquistato anche l’estero, al punto di ispirare menti imprenditoriali come quella di Howard Schultz, folgorato a Milano dalla caffetteria made in Italy. Ma esistono anche tanti altri esempi di questi luoghi di incontro e di consumo fondati dai grigionesi: da swissinfo.ch, firmato da Luca Beti, riportiamo l’analisi storico-sociale dei caffè svizzeri, della loro funziona, della loro evoluzione.
Caffè svizzeri: altri spazi che hanno segnato la cultura dei luoghi
Nell’Ottocento, i caffè gestiti da emigranti grigionesi si diffusero nelle maggiori città europee, trasformandosi in centri di ritrovo per l’élite culturale e sociale. Da Palermo a Copenhagen, questi locali non solo offrirono innovazioni culinarie e ambienti di lusso, ma divennero anche autentici poli di dibattiti letterari e politici e protagonisti nella diffusione di nuove idee e tendenze culturali.
“La sottoscritta si prende la libertà di informare l’egregio pubblico che i cantanti italiani Annato e Perecini si esibiscono ogni giorno nella mia tenda a Jagersborg Dyrehave”. Sono gli anni Venti dell’Ottocento.
Dopo la morte del marito, la poschiavina Barbara Lardelli gestisce da sola un caffè a Copenhagen. A Jagersborg e poi a Charlottenlund, al margine del parco faunistico a nord della capitale danese, durante la bella stagione, oltre ad offrire i prodotti della sua pasticceria, propone nel parco divertimenti spettacoli musicali per intrattenere la sua clientela.
Siamo agli albori dell’epoca d’oro delle pasticcerie e dei caffè svizzeri all’estero
A fondarli furono soprattutto migranti grigionesi, tra cui molti poschiavini, che dalla metà del Settecento fino ai primi decenni del Novecento aprirono i loro locali nelle maggiori città europee, dalla Spagna all’Inghilterra, dall’Italia alla Polonia.
All’inizio dell’Ottocento, nella sola Copenhagen se ne contavano 18, di cui la metà gestiti da grigionesi. “In Danimarca, questi locali erano un fenomeno nuovo. E i grigionesi furono dei pionieri nel proporre nuovi prodotti”, spiega Silva Semadeni.