MILANO – Il boom dell’espresso e delle capsule di caffè fa un baffo a Nescafé, le cui vendite mondiali sono balzate del 7,6% l’anno scorso. Per stare al passo, Nestlé ha avviato a Toluca, località a 70 chilometri da Città del Messico, i lavori di ampliamento della fabbrica di produzione del famoso caffè solubile, che quest’anno festeggia i 75 anni.
Caffè solubile: un prodotto vincente
L’investimento da 128 milioni di dollari (98,5 milioni di euro) consentirà di aumentare del 30% la produzione della fabbrica. La più grande delle dodici presenti in tutto il mondo. Esporterà fino in Medio Oriente e in Giappone.
Nescafé, sesto marchio alimentare al mondo
Nonché primo marchio del colosso agroalimentare svizzero, ha deciso di accelerare. Incurante della conversione dei consumatori occidentali al caffè espresso e alle capsule. Si continua a puntare sul caffè solubile.
«Nestlé ha fortissime ambizioni per Nescafé nel mondo.» Sottolinea Muriel Lienau, direttore generale della divisione bevande di Nestlé France.
«Ciò si spiega con il potenziale rappresentato dalle nuove generazioni e dai senior; dai consumi sul luogo di lavoro e dai nuovi paesi che fanno il loro ingresso nel mondo del caffè».
Nel 2012 le vendite sono aumentate
Questo, grazie soprattutto al successo di Nescafé Classico presso i Latinos degli Stati Uniti, all’ampliamento della gamma Cappuccino in Francia. Infine, al lancio degli stick di Nescafé 1+2 (caffellatte in polvere) in Cina.
Un mercato nel quale il caffè istantaneo è progredito del 20% in quindici anni e dove il potenziale di crescita resta immenso.
Ovunque la strategia del marchio è la stessa
Adattarsi ai gusti locali, ai bisogni e al momento.
Per esempio, in Africa Nestlé ha deciso di andare incontro agli abitanti con la sua rete di commercianti. Duemila venditori itineranti, vestiti rigorosamente di rosso, vendono per strada bicchieri di caffè caldo.
E una rete di 500 ex disoccupati si spinge fin nei luoghi più isolati.
Del resto non è un caso se nel mondo ogni secondo si bevono 5.500 tazze di Nescafé
Fonte: Italiaoggi