domenica 22 Dicembre 2024
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Addio caffè, arrivano espressi fantasiosi con vinacce e mais

L’idea innovativa è sta realizzata daFrancesco Donati, titolare della “Liolà Caffè” La sua è una startup del gusto

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CONEGLIANO (Treviso) – Un caffè con i semi del rarissimo mais corvino, coltivati dai Maya secoli fa e ritrovati per caso in un deposito del Polo Nord. Un altro invece con le vinacce dello Chardonnay, un terzo con quelle del Cabernet.

«Altro che carta dei vini: io ho inventato quella dei caffè» sorride Francesco Donati (nella FOTO in alto a destra con Giona Donadon a sinistra), imprenditore coneglianese che da due anni studiava il modo di aprire un mercato completamente nuovo nel mondo dell’espresso (e non solo), e ora sembra esserci riuscito.

Donati, coneglianese, è il titolare della Liolà Caffè, una nuova impresa con sede in via Maggiore Piovesana che si propone di rivoluzionare le abitudini legate al caffè, brevettando tre nuovi sapori (quello con il mais corvino e i due con le vinacce) e inventandone un’altra decina di nuovi. Una vera startup del gusto che, pare, sta convincendo anche le cantine: quelle della zona si sono fatte avanti per creare un caffè al gusto delle loro produzioni tipiche.

Dietro il lancio commerciale del prodotto, avvenuto nelle scorse settimane, c’è però un lavoro di ricerca durato oltre due anni. Donati ha collaborato, tra gli altri, con Giovanni Cargnello, luminare dei laboratori dell’Università di Padova e già direttore della Scuola Enologica di Conegliano, e con Carlo Maria Recchia, il giovane scopritore del seme del mais corvino al Polo Nord.

L’unico caffè al mondo al sapore di mais nero, quindi, si trova a Conegliano, e pure quelli allo Chardonnay e al Cabernet sono un’esclusiva della Liolà, con tanto di brevetto. «Il procedimento l’ho studiato per due anni, e non posso svelarlo» spiega Donati «si tratta di prodotti brevettati, quindi mi concedo un vantaggio di qualche anno rispetto ai concorrenti. Diciamo che le vinacce vengono semifermentate e disidratate, poi macinate e mescolate assieme al caffè».

andrea donati
L’imprenditore Francesco Donati

Perché bere un caffè al gusto di Cabernet? «Il consumatore è decisamente più attento rispetto a un tempo, in Italia dopo aver inventato l’espresso ci siamo seduti, mentre all’estero hanno continuato a sperimentare. Volevamo entrare in una fascia di mercato che ha tanta domanda e poca offerta. Dopo la carta dei vini, al ristorante potrebbero introdurre la carta dei caffè, ma serve una rivoluzione culturale da parte del consumatore».

I risultati finora gli stanno dando ragione: i suoi caffè sono stati scelti per rappresentare lo stand del Veneto a Vinitaly, e saranno protagonisti anche a Golosaria Veneto (Bassano, 4 e 5 giugno).

Il nome dell’azienda, Liolà, trae ispirazione da un personaggio di Pirandello: un innovatore nel campo della cultura. I caffè alle vinacce o al mais costeranno un po’ di più degli altri, ma saranno comunque accessibili a tutti, e disponibili nelle classiche cialde e capsule, oppure macinati.

Una domanda a Donati è d’obbligo: perché non ha ancora inventato il caffè al Prosecco? «Perché il Prosecco non è un vitigno. Abbiamo scelto, per ora, il bianco e il rosso più diffusi a livello mondiale. Andando avanti, si vedrà: siamo aperti a qualsiasi collaborazione».

Andrea De Polo

Info: www.liolacaffe.com

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