domenica 22 Dicembre 2024
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SALUTE – Scienziati, caffeina e gli effetti (veri) sull’uomo. Negli Usa ricerca dal 1995 su 400 mila volontari fra i 50 e i 70 annI. Nei 50 mila deceduti (2008) tassi di mortalità inferiore tra i bevitori di caffe

La scienza e il caffè vanno spesso di pari passo. Ecco alcuni studi che tentano di indagarne gli effetti sulla salute

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NEW YORK – Da migliaia di anni il caffè è tra le due o tre bevande più popolari al mondo. Gli scienziati, solo di recente, stanno cercando di scoprire i notevoli benefici del caffè per la salute. Il National Cancer Institute degli USA ha condotto una ricerca su larga scala. Coinvolgendo oltre 400 mila volontari di età compresa fra i 50 e i 70 anni. Lo studio è iniziato nel 1995.

Le persone selezionate non soffrivano di alcuna malattia in particolare. Al 2008, 50 mila di quei volontari erano morti, con un però. Gli uomini che bevevano 2 o 3 caffè al giorno avevano un tasso di mortalità inferiore del 10%, per le donne si saliva al 13%.

Caffè e ricerca

Gli scienziati non hanno ancora capito a quale meccanismo biologico sia legata questa maggiore longevità; resta però impressionante la correlazione con il consumo moderato quotidiano di caffè.

Altri studi hanno, invece, evidenziato altri dati. Ad esempio, come un consumo di 3 o 4 tazze di 5 once (28 grammi) di bevande al caffè abbia riflessi sulla riduzione del rischio di sviluppare il diabete, il basalioma; il cancro alla prostata, al seno e quello orale.

Gli effetti della caffeina nella biochimica del cervello

Sono ormai piuttosto noti. Ma si è anche scoperta la correlazione con la demenza. Nel 2012 è stato condotto un esperimento dall’Università dell’Illinois su topi che sono stati sottoposti ad una riduzione dell’ossigeno disponibile.

La conseguenza era la perdita della capacità di creare nuovi ricordi. Ma a metà di quelle cavie è stata poi somministrata una abbondante dose di caffeina. Equivalente a diverse tazze di caffè.

Le cavie hanno recuperato le capacità mnemoniche il 33% più velocemente delle altre sottoposte solo a riossigenazione.

La caffeina ha bloccato la adenosina

Sostanza contenuta all’interno delle cellule con compiti energetici; ma che, in caso di danno o stress cellulare, può essere rilasciata all’esterno della cellula. Innescando così un processo infiammatorio dei neuroni; contribuendo a una neurodegenrazione che è la base della demenza.

Gli scienziati della Università della Florida

Nel 2012 hanno testato i livelli ematici di caffeina in pazienti anziani con un decadimento cognitivo lieve o con problemi gravi di memoria;

ovvero quella fase comune che precede l’Alzheimer. I pazienti con poca o nessuna caffeina avevano molte più probabilità di progredire nell’Alzheimer conclamato; invece di quelli con livelli di caffeina equivalenti a 2 o 3 tazze di caffè.

C’è ancora molto da imparare circa gli effetti del caffè

Non sappiamo se bloccare l’azione dell’adenosina è sufficiente” per prevenire o ridurre gli effetti della demenza. Dice il dottor Gregory G. Freund professore di patologia alla University of Illinois, che ha condotto lo studio 2012 sui topi.

Non è chiaro se è la caffeina a produrre i benefici connessi con il consumo di caffè o se il caffè contiene altri ingredienti così preziosi alla salute.

Uno studio del 2011 dei ricercatori della University of South Florida

I topi geneticamente allevati per sviluppare il morbo di Alzheimer curati solo con caffeina non avevano gli stessi benefici nei test sulla memoria. Non rispetto alle cavie curate con il caffè vero e proprio.

Né vi è alcuna prova che la caffeina mescolata con grandi quantità di zucchero, come nelle bevande energetiche, sia effettivamente salutare.

Ma se una o tre tazze di caffè “sono così popolari da tanto, tanto tempo,” dice il Dott. Freund, “probabilmente  ci deve essere una buona ragione.”

 

Fonte: New York Times 

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