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BERGAMO – Il caffè Poli al supermercato

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Il caffè Poli (nella foto l’amministratore delegato Alberto Poli) ha messo un piede nella grande distribuzione. L’ha fatto a partire dalla provincia, ma l’ambizione è andare oltre e i primi tasselli ci sono già. Da un paio di mesi, infatti, il caffè macinato, in capsule e in grani della storica torrefazione di Treviolo si trova sugli scaffali degli Iper attivi in provincia a Seriate, Brembate e Orio al Serio.

«Abbiamo iniziato con Finiper in provincia e con il gruppo Rossetto in Veneto. Per la grande distribuzione puntiamo soprattutto sul caffè porzionato, che è una nicchia in cui possiamo inserirci con un prodotto di qualità», spiega Alberto Poli, 56 anni, in azienda da trenta e oggi amministratore delegato.È la seconda generazione, figlio di Giuseppe, il fondatore, che faceva il rappresentante della Lavazza e poi decise di mettersi in proprio. Era il 1962: partì con una piccola tostatrice nel garage di casa, sempre a Treviolo.

Oggi l’attività si articola su 5 mila metri quadrati, tra produzione, amministrazione, magazzino e show room. «Due anni fa abbiamo costruito gli uffici sopra la produzione. Qui c’è la nostra storia», dice Chiara, 25 anni, terza generazione in azienda, che si occupa di marketing e comunicazione.

Una storia partita con le forniture al settore horeca, cresciuta con l’installazione delle macchine da bar (oggi i locali serviti sono 550 tra Bergamo e Milano) e che negli ultimi tempi ha conosciuto un certo sviluppo anche oltre confine.

Da un paio d’anni l’export è al 60%. Fino a 15 anni fa, il mercato era solo italiano. Oggi i Paesi di sbocco si chiamano Ucraina, dove le vendite tengono nonostante le tensioni politiche («siamo quasi leader», sottolinea Alberto Poli), Russia, Georgia, Azerbaigian, Corea del Sud, Egitto e Arabia. E poi ancora Spagna, Bulgaria, Olanda.

Guarda all’estero anche un’altra iniziativa della Torrefazione Poli: la catena di caffetterie in franchising C House, che fa capo alla C House Italia, in cui Poli è in società con Cristiano Iezzi, direttore commerciale. «È un bel progetto. Siamo partiti dall’Italia e ora stiamo aprendo anche in Arabia Saudita e in Bahrein», prosegue l’amministratore delegato. I punti in tutto sono 50, di cui 28 in Italia e gli altri sparsi in Francia, Romania, Spagna, Dubai, Santo Domingo, Turchia, Marocco, Abu Dhabi, Moldavia e Bulgaria. Solo la catena di caffetterie dà un fatturato di circa 2 milioni.

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