lunedì 23 Dicembre 2024
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Il «Caffè di notte» di Van Gogh resta all’Università di Yale

La Corte suprema statunitense ha respinto la richiesta di restituzione agli eredi di Ivan Morozov di un dipinto confiscato dai bolscevichi al collezionista russo nel 1917

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Il «Caffè di notte» di Vincent Van Gogh (1888) (FOTO), conservato nella galleria d’arte dell’università statunitense di Yale e reclamato dall’erede di un collezionista russo, resterà in America.

La Corte suprema americana ha rigettato il ricorso presentato da Pierre Konovalov, che chiedeva la restituzione del dipinto confiscato dai bolscevichi al suo bisnonno durante la rivoluzione del 1917, mettendo il punto alla battaglia legale da questi intrapresa nel 2008.

Stimato 200 milioni di dollari, il quadro in cui Van Gogh cercò di «esprimere l’idea che il caffè è un posto dove ci si può rovinare, diventar pazzi, commettere crimini», come scrisse lo stesso artista in una lettera al fratello Theo, rappresenta il bar di place Lamartine ad Arles, la città della Provenza in cui il pittore olandese, lasciata Parigi, soggiornò circa due anni con l’intento di fondare un sodalizio di artisti che condividessero i suoi ideali.

Il periodo è testimoniato da alcuni celebri dipinti, tra cui la serie dei «Girasoli», la «Notte stellata sul Rodano» e il «Caffè di notte» di Yale, espressione del tumulto di stati d’animo vissuti da Van Gogh nei suoi ultimi anni.

La tela faceva parte della ricca collezione del mercante tessile russo Ivan Morozov, composta da numerosi dipinti dell’Ottocento e il Novecento, da Cézanne a Picasso, acquistati durante i suoi numerosi viaggi a Parigi. La raccolta fu confiscata diventando di proprietà della futura Urss.

Il quadro in questione, venduto nel 1933 dalle autorità sovietiche a una galleria di Berlino, dopo aver transitato per una galleria di New York, approdò infine nella collezione del magnate americano Stephen Clark, erede dell’impero industriale di macchine per cucire Singer.

Ex studente a Yale, Clark morì nel 1961 lasciando il quadro in eredità al prestigioso ateneo. Negli anni Duemila è entrato quindi in gioco Konowaloff che, rivendicandone la proprietà diretta, ha intrapreso una battaglia legale terminata senza successo.

Il «Caffè di notte» resterà dunque esposto nella galleria d’arte di Yale, che vanta una collezione di 28mila stampe e oltre 10mila disegni e acquerelli, dal Quattrocento a oggi.

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