La torrefazione Negro di Capraia e Limite aveva realizzato delle campagne pubblicitarie sui social, ma ogni tentativo di promozione veniva bloccato perché la parola, sostiene la piattaforma, “incita all’odio razziale”. Della notizia si è occupata anche Striscia la Notizia, raccontando di come quel cognome sia diventato con la modernità sinonimo di razzismo. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicata su La Nazione.
Il caso della torrefazione Negro
CAPRAIA E LIMITE (Firenze) – Del caso del cognome Negro, che ha dato il nome alla storica torrefazione di Capraia e Limite, se ne è occupato anche Striscia la Notizia, nella puntata di lunedì scorso. Il noto tg satirico, con la sua inviata, ha fatto tappa nell’azienda fondata nel lontano 1950 dalla famiglia Negro raccontando di come, in epoca moderna, quel cognome sia diventato razzista.
Era stata una delle titolari a raccontare su La Nazione come si sia trovata spesso a fare i conti con le follie di Facebook.
Con il processo di digitalizzazione, la torrefazione Negro aveva realizzato delle campagne pubblicitarie sui social, ma ogni tentativo di promozione veniva bloccato perché i post con la parola tabù, sostiene la piattaforma, ‘incitano all’odio razziale’.