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venerdì 13 Settembre 2024
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Caffè Mauro punta la Gdo su scala nazionale e flagship store del marchio

La storica azienda calabrese della torrefazione, con una distribuzione che tocca 60 Paesi, vuole rinconquistare spazio sugli scaffali dei supermercati e aprire flagship store a marchio proprio in città italiane ed estere

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MILANO – Caffè Mauro è un’azienda storica nella produzione di caffè dal 1949 e ha sede a Villa San Giovanni (RC) su una superficie di oltre 40 mila mq. Fra i protagonisti del mercato, si colloca fra i più importanti brand del mercato italiano ed estero ed è riconosciuto come un prodotto di alta gamma.

L’attività ha dato lavoro a circa 150 persone, e nel 2019 ha celebrato 70 anni sul mercato. Ancora un anno fa, Caffè Mauro era divisa tra canale Horeca, per il 60% tra Italia ed estero, la Gdo per il 20%, mentre il resto è stato rappresentato dal vending, con il caffè in grani e capsule.

Attualmente, pone lo sguardo proprio sulla grande distribuzione in Italia, dove vuole ampliare la sua presenza, tramite il private label e l’implemento delle vendite online. Con una strategia rivolta al sud est asiativo e Medio-Oriente. Leggiamo l’intervista di Silvia Marzialetti su ilsole24ore.com a Fabrizio Capua, presidente e amministratore delegato di Caffè Mauro.

Caffè Mauro rivolto al futuro prossimo

Archiviato il lockdown, Caffè Mauro – storica azienda calabrese della torrefazione, con una distribuzione che tocca 60 Paesi a livello mondiale – illustra a Il Sole 24 Ore Radiocor i prossimi piani di sviluppo. Il blocco delle attività innescato dalla pandemia ha inciso pesantemente sull’attività della società, che deve il 60% del proprio fatturato all’horeca (hotel, ristorazione, caffè).

“Le ultimissime proiezioni sul fatturato aziendale – spiega il presidente e amministratore delegato Fabrizio Capua, che nel 2008 ha rilevato l’azienda tramite la sua holding finanziaria Capua Investments – evidenziano una perdita potenziale di un milione di euro, pari a circa il 5% sul fatturato del 2019, che è stato di 19 milioni di euro”.

Come si evince dai verbali dell’ultima assemblea tenutasi in videoconferenza il 23 marzo scorso, per far fronte alla grave contrazione dei pagamenti e al crollo degli ordinativi, la società ha sviluppato una ipotesi conservativa di budget. Inserendo lo scenario peggiorativo della chiusura dell’Horeca sino a 12 settimane. Nonchè una politica di taglio delle spese. Ha inoltre fatto ricorso alla Cassa integrazione ordinaria.

Nella stessa seduta l’assemblea ha approvato il bilancio e suddiviso l’utile di esercizio – equivalente a 334.581 euro – in due tranche

La prima, di 16.729 euro, destinata a riserva legale e la seconda di 317.852 euro, di utile portato a nuovo.

“Per ripartire – spiega Capua – puntiamo su una ripresa del canale Horeca da giugno e su una campagna di marketing forte. Che possa spianarci la strada per la conquista di nuovi scaffali nella Gdo, che fino a oggi ha rappresentato il 30% del nostro fatturato”.

Consolidata la propria posizione al Sud in Coop (Az), Despar (Majora), Carrefour (Apulia); Conad (pack 2000) e, a livello nazionale in Bennet, Caffè Mauro punta ora a estendere la propria presenza su scala nazionale.

“Tra i nostri obiettivi c’è quello di diventare partner delle catene attraverso la Mdd, marca privata del distributore”, spiega Capua. “Il futuro della Gdo è la Mdd Premium. Segmento di mercato che, insieme con i prodotti Bio, rappresenta quello di maggiore incidenza”, conclude.

Sul fronte e-commerce l’obiettivo per il 2020 è lo 0,5%

“Una percentuale ancora bassa – dice l’ad – che contiamo di elevare al 5% nei prossimi anni”.L’azienda ha sempre fatto della internazionalizzazione un tratto distintivo. Presente in sessanta Paesi, ha messo a punto un piano di sviluppo che punta su Sud-Est asiatico, Medio Oriente (Oman, Bahrein, Emirati Arabi) e Asia orientale (Cina, Corea, Giappone).
“Vogliamo rafforzare la nostra presenza in Australia, dove siamo già presenti con il retail, anche attraverso il canale horeca”, puntualizza Capua.

Caffè Mauro e il Dl Liquidità

Rientrando nella fattispecie delle imprese Utp (Unlikely to pay) e avendo proceduto a una ristrutturazione prima del 31 dicembre 2019, la Caffè Mauro è esclusa dalla platea dei beneficiari ammessi alle agevolazioni del decreto Liquidità e in più occasioni il suo ad ha lanciato appelli al Governo perchè aprisse anche alle imprese in turnaround, per colmare un affanno di liquidità dovuto al lockdown.“Ottenuta la postergazione delle scadenze da parte delle banche – dice – andiamo avanti con le nostre forze”.

Nel 2018 la Capua Investments – sempre attraverso la controllata Caffè Mauro Retail – ha avviato anche un piano di sviluppo nel settore retail, che prevede l’apertura di flagship store a marchio Caffè Mauro in città italiane ed estere.

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