PARMA – La notizia che la catena Nespresso aprirà i battenti nel grande negozio che si trova all’angolo fra piazza Garibaldi e strada Repubblica fa tornare indietro l’orologio del tempo. Per quanto riguarda la destinazione di quei locali occupati per decenni da un antico e glorioso «caffè» con due diverse denominazioni, prima il Caffè Marchesi e in seguito Grand’Italia.
di Gian Luca Zurlini
Caffè Marchesi sostuito da Nespresso
La maggior parte dei parmigiani, infatti, li ricorda occupati da un negozio di scarpe (Carlo) e in seguito da uno di ottica ( Optissimo ).
Ma in realtà, quegli spazi al pianoterra dello storico palazzo Fainardi, di origine medioevale, sono stati per più di cinquant’anni sede di uno dei Caffè (rigorosamente con la maiuscola) più frequentati dai letterati parmigiani; che teneva testa ad altri locali di prestigio come il Caffè Orientale (nato nel 1893 nella sua attuale collocazione); oppure il Caffè Parmigianino di piazza della Steccata e il Caffè Centrale di via Cavour. Celebre ritrovo di letterati negli anni prima della Seconda guerra mondiale.
Il Caffè Marchesi occupava quasi per intero le vetrine della bottega attuale, venne aperto nel 1899
Qualche anno prima della gloriosa Pasticceria Bizzi, che si trovava a pochi metri di distanza. Il Caffè Marchesi, con arredamento e vetrine in stile Liberty progettate dall’architetto Nello Sinigaglia, dell’istituto di Belle arti di Parma, si impose ben presto come uno dei ritrovi più illustri della città.
Frequentato dai nomi importanti dell’aristocrazia cittadina e famoso soprattutto per la qualità dei suoi liquori e delle bevande servite ai tavoli.
In estate erano posizionati anche sul marciapiede esterno, protetti dal caldo sole battente del pomeriggio da grandi teloni recanti il nome del caffè.
Il Caffè Marchesi è stato ispiratore di racconti letterari e di numerose iniziative culturali
Oltre che sede anche di esibizioni musicali, antesignane dei «piano bar» dell’epoca moderna. E proprio per i clienti seduti ai tavolini del bar, raccogliendo a volte mance anche generose, suonava il violinista parmigiano Augusto Migliavacca.
Si dice, proprio durante quelle esibizioni, nonostante fosse a volte canzonato dai clienti per il suo aspetto trasandato e i vestiti laceri che indossava, trasse l’ispirazione per la sua celebre «mazurka variata», rimasta nella storia della musica.
Il caffè mantenne la sua denominazione originaria sino alla fine degli anni Venti
Quando cambiò il nome in «Caffè Grand’Italia» (per non confondersi con il Caffè Italia aperto in via Cavour all’angolo con borgo San Biagio); mantenendosi comunque su livelli di elevata qualità.
Il Caffè chiuse i battenti nel 1949 e al suo posto si installò per una ventina d’anni una filiale di una banca. Poi, a metà degli anni Settanta, arrivò il negozio di scarp. Chiuso una quindicina di anni fa e sostituito successivamente dalla catena di ottica rimasta in quei locali fino allo scorso anno.
Dopo una brevissima apertura di una catena di intimo, che ha cessato l’attività nel giro di pochi mesi, adesso arriva questa nuova destinazione.
Che, certo, non ha molto a che vedere con il fastoso «Gran Caffè» di alcuni decenni fa; ma comunque riporta negli storici spazi che si affacciano tra la Piazza e via Repubblica quel profumo di caffè che li aveva contraddistinti all’inizio della loro storia commerciale.
Fonte: La Gazzetta di Parma