Caffè Guglielmo ha cominciato a produrre solo su ordinazione. La bolletta del gas è passata da 20mila a 100mila euro, i costi complessivi toccano ormai il mezzo milione. Roberto Volpi, presidente della Guglielmo, fa presente che per ora la cassa integrazione non è un’opzione per l’azienda ma che bisogna evitare ogni forma di spreco. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Luana Costa per il portale La C News.
Caffè Guglielmo sulla crisi energetica
COPANELLO (Catanzaro) – Nello stabilimento di torrefazione del caffè Gugliemo le voci di spesa non si riducono solo al gas, utile alla tostatura, o all’energia elettrica che alimenta tutti gli impianti. A ciò bisogna aggiungere l’aumento del costo della materia prima, il caffè, degli imballaggi – microalluminio introvabile -, confezioni più care della miscela che contengono e trasporti. A conti fatti, mantenendo questo ritmo a fine anno, i costi potrebbero superare il mezzo milione di euro.
“Stiamo cercando di limitare eventuali sprechi e quindi produciamo solo ed esclusivamente su ordine” spiega Roberto Volpi, presidente della Guglielmo. “Alla cassa integrazione per il momento non ci pensiamo – aggiunge -, dobbiamo mantenere tutte le forze produttive ed evitare ogni forma di spreco. I nostri dipendenti sono allertati e speriamo di sopravvivere”.
La crisi energetica preoccupa: la bolletta del gas si è quintuplicata – da ventimila a centomila euro – mentre per l’elettricità si tenta di tamponare attraverso l’impianto fotovoltaico.
“Siamo preoccupati perché c’è un clima di incertezza. Se si trattasse di doversi sacrificare ancora per qualche mese lo si farebbe pure ma c’è un tunnel buio, non si vede la luce. La guerra, il Covid sono stati tre anni terribili. Sono anche un po’ preoccupato perché non avendo utili non sarà facile effettuare nuovi investimenti e la crescita sarà faticosa se non si hanno a disposizione delle risorse. La situazione non è semplicissima”.
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