CATANZARO – Il Museo delle Arti di Catanzaro – MARCA sta ospitando da Novembre 2015 e fino a fine febbraio 2016 la mostra “MotorHead Art 2519 – La sostanza che attiva lo sguardo”, esposizione collettiva che vede coinvolte l’industria Caffè Guglielmo e l’Accademia di Belle Arti della città. Prorogata per ancora due mesi, dato il grande successo dell’iniziativa, la mostra ha come obiettivo quello di abbinare l’ancestrale funzione rituale dell’arte ad un altro rito importante, che si svolge giornalmente in ogni città italiana: l’atto del bere una tazzina di caffè come momento di socialità vissuta nello spazio conviviale.
La mostra, a cura di Simona Caramia, Giuseppe Negro e Raffaele Simongini, intende proporre un dialogo insolito tra riti differenti, che possono trovare terreno comune nell’esperienza estetica.
Il progetto coinvolge 19 studenti dell’Accademia e Sten e Lex, artisti della street-art, che concepiscono in modo rigoroso la funzione dell’arte quale centro di aggregazione della comunità.
Gli studenti hanno passato un periodo di tempo all’interno della torrefazione Guglielmo, sono venuti a contatto con tutte le fasi della produzione, con il caffè in tutte le sue forme e materiali, materiali che poi sono stati utilizzati in toto per sviluppare il loro progetto artistico: caffè verde, macinato, tostato, sacchi di juta e imballaggi.
Arte e impresa si incontrano dunque per dare spazio ai giovani talenti, in un riuscito connubio: il rito quotidiano del caffè diventa chiave di lettura per interpretare la realtà ed esperienza estetica e sociale, concretizzandosi in un’iniziativa in grado di far aprire le porte del museo al territorio in cui opera la Caffè Guglielmo, attraverso nuove formule mai provate, in un percorso sicuramente destinato a durare nel tempo.
Imprenditori sensibili all’arte in tutte le sue forme possono dunque dare voce e valore alla ricerca e alla sperimentazione creativa dei giovani talenti cittadini: è proprio la dimensione sociale dell’opera d’arte a favorire la partecipazione attiva del pubblico, che tra le sale del museo riscopre il caffè nelle sue diverse forme ed essenze in un insolito intreccio tra culture e linguaggi differenti, attivando tutti i sensi allo spettatore.