ROMA – Riportiamo una nota stampa diffusa dallo storico Caffè Greco, rispetto all’attuale contesa sulle pedane disposte fuori dal locale: il Caffè Greco è un bene comune per il suo patrimonio artistico-culturale, perché è un pezzo della nostra identità di romani e di italiani, perché è un punto di incontro nel cuore della capitale. Dopo oltre un anno di crisi e chiusure la legislazione di emergenza ci consente di avere dei tavoli su strada che, a nostro avviso, costituiscono un valore aggiunto, come quelli di piazza di Spagna e tanti altri luoghi della nostra città.
Il primo Municipio ritiene che non dovremmo usufruire di questo diritto che ci concede la possibilità di richiamare i lavoratori dalla cassa integrazione, fare nuove assunzioni ed essere un punto di riferimento per il ritorno dei turisti nella meravigliosa via Condotti.
Caffè Greco si oppone alla delibera municipale
Contro la delibera municipale abbiamo depositato un ricorso al Tar per far valere le nostre ragioni e siamo consapevoli che in tutta la città, dal centro ai quartieri periferici, i tavoli esterni costituiscono un’opportunità per migliaia di esercizi di ristorazione che rischiano di non farcela a causa delle dure misure prodotte dalla pandemia.
D’altronde, la delibera del Comune non lascia alcun dubbio sulla necessità di offrire una sorta di “risarcimento” ai pubblici esercizi per i danni patiti dalla crisi del Covid. Parliamo, appunto, delle attività di Pubblico servizio, diversamente dalle “Griffes” che tali non sono.
Quindi, l’ampliamento dei dehors non trova la propria ratio solo nel necessario distanziamento sanitario
Bensì, come recita testualmente la Delibera dell’Assemblea Capitolina 81/2020: “…consentirebbe agli esercenti di usufruire di un’opportunità utile a migliorare la loro offerta ai clienti ed agevolare così il riavvio delle proprie attività sospese a seguito del lock-down imposto per legge”