VENEZIA – Il Coronavirus non lascia indenne niente e nessuno, neppure i locali storici. Nemmeno il bar più antico al mondo. Dopo aver visto l’effetto di questa emergenza sanitaria su questi luoghi simbolo della città di Trieste, adesso è il turno anche del Caffè Florian. Uno spazio che raramente vede le serrande abbassate per causa di forza maggiore (acqua alta, guerre e ora…epidemie), ma che stavolta ha dovuto allinearsi alle direttive del Governo.
Accesso chiuso al pubblico di turisti (quelli che ancora rimangono) e cittadini (quelli che ancora escono), in attesa di tempi migliori. Insieme a questa simbolica chiusura, quella degli hotel pluristellati: il turismo di lusso subisce un forte arresto in una città da sempre meta dei flussi dei viaggiatori di tutto il mondo.
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Caffè Florian, storico locale veneziano chiude
Una decisione che arriva in un momento in cui a Venezia stanno chiudendo anche gli hotel a cinque stelle. Si ferma la filiera del lusso quella cioè che a differenza dei b&b deve sostenere i costi fissi più esorbitanti che solo una clientela danarosa riesce a coprire.
La direzione del caffè storico parla di una situazione di allarme. Di un aggravamento delle già numerose incognite. Non è difficile immaginare che tra le incognite ci sia anche il tassametro degli stipendi del personale che continuava a scorrere in un locale che non raccoglieva introiti.
Caffè Florian
Impressiona che dal 1720 il locale non abbia mai chiuso i battenti passando per i momenti più bui come quelle delle due guerre mondiali e le due acque grandi accogliendo personaggi come Goethe e Rousseau, Byron, Foscolo, Proust, Warhol ed Hemingway.
La comunicazione agli albergatori veneziani
A Stefania Stea vicepresidente dell’Ava associazione veneziana albergatori il compito di annunciare la chiusura degli alberghi della città.