La preoccupazione – più che lecita – per l’ambiente del caffè è il desiderio di prodotti più “naturali” spinge spesso a scegliere soluzioni più sull’onda di un nome percepito “amico” o “efficace”, ma che sovente in realtà tale non è.
L’acido lattico non basta Così avviene che per decalcificare si scelgano prodotti a base di acido lattico che, tuttavia, con il latte non hanno nulla a che fare e la cui azione è molto blanda.
Se li si passa su una superficie incrostata di calcare, non hanno la forza di rimuoverlo rapidamente a fondo, pertanto si limitano a ripulire solo alcune parti, formando dei buchi (i “tubercoli”), che andranno ad aumentare la superficie di contatto, dunque – successivamente a questo intervento – la macchina si riempirà di calcare più rapidamente.
Per risolvere efficacemente ogni problema di incrostazione, Asachimici ha messo a punto puly Descaler Espresso, un decalcificante che agisce a fondo già a freddo.
Inutile il bicarbonato Un altro suggerimento errato è quello di rimuovere il grasso con il bicarbonato: anch’esso non ha una potenza sufficiente per agire con efficacia. Basta provare a lavarsi le mani unte con il bicarbonato: non si puliranno.
Il riso: inutile e dannoso C’è poi chi pretende di pulire il macinacaffè con il riso, che tuttavia non è duro a sufficienza per rimuovere le incrostazioni tra i denti delle macine.
È importante ricordare che, durante il funzionamento, il grinder si scalda e con il calore il riso diventa molle; l’amido contenuto in esso si fa gommoso e, invece di ripulire, va ad accumularsi tra i denti e sulle via di uscita del macinato, peggiorando la situazione. Per andare sul sicuro, c’è pulyGRIND.