MILANO — Smettiamola di premere il pulsante snooze: sul cambiamento del clima la sveglia sta già suonando da tempo. Dobbiamo alzarci e agire! Questa la metafora utilizzata nel titolo di un webinar che si è svolto la scorsa settimana organizzato da coffee&climate (c&c), la partnership nata nel 2010 su iniziativa di International Coffee Partners, in collaborazione con Giz (Deutsche Gesellschaft für Internationale Zusammenarbeit), la più importante agenzia di sviluppo tedesca.
Una metafora che sta a indicare l’improcrastinabilità dell’emergenza del clima. E l’esigenza di scuotere gli animi dall’illusione di poter chiudere gli occhi indefinitamente di fronte a un problema incombente.
Relatori dell’incontro, il climatologo Peter Baker e Stefan Ruge, Program Manager Climate di Hanns R. Neumann Stiftung (Hrns). A fare gli onori di casa Jesko Johannsen, responsabile comunicazione globale per Hrns.
Da Peter Baker, subito un monito sul clima, che è anche una vera doccia fredda
L’obiettivo del mantenimento del riscaldamento globale entro il limite di 1,5° – ribadito dal Cop26 – appare sin d’ora irrealizzabile.
“Ormai non c’è alcuna realistica possibilità di stare sotto il grado e mezzo” spiega Baker aggiungendo che le temperature globali sulla terraferma sono sin d’ora 2° al di sopra di quelle dell’era pre-industriale.
“Arriveremo a +1,5°, se non +1,6°, entro il 2030 in tutti e cinque gli scenari del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (Ipcc), con un decennio di anticipo rispetto alle previsioni formulate dallo stesso Ipcc meno di tre anni fa”.
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