ROMA – «La disattenzione delle istituzioni nei confronti delle attività storiche di Roma rischia di decimarle, con un danno irreversibile: oltre che economico, anche di decoro del centro storico, lo stesso che oggi con ordinanze e dinieghi si cerca di tutelare». Lo ha detto Giulio Anticoli, presidente dell’associazione Botteghe Storiche aderente a Cna di Roma, in merito, spiegano dall’associazione, «all’ordine di rimozione dei tavoli e dei lampioncini dell’Antico Caffè della Pace, disposto dagli uffici dell’amministrazione».
Caffè della Pace a rischio
«Il Caffè è riconosciuto Locale Storico d’Italia e, dal Campidoglio, negozio d’epoca. È da sempre meta dei personaggi più famosi del mondo dello spettacolo e della cultura di tutti i tempi, alla terza generazione di conduzione, ma per gli enti preposti non costituisce nessun valore aggiunto, e ne viene rimossa una sua parte vitale, con motivazioni che fanno riflettere – dice Anticoli -: basti pensare che oggi una bottega storica che si trovi a cambiare la ragione sociale, o che passi da padre in figlio, ha l’obbligo di adeguare insegne ed esterni alle normative vigenti (lettere alte massimo 30 cm. materiale non plastico, entro i sesti ecc.), con il conseguente sconvolgimento del’immagine storica dell’esercizio stesso».
«E ancora – prosegue -: se in fase di voltura viene dimenticato di citare una pensilina, una tenda o dei lampioni, questi vengono rimossi, anche se riconosciuto il loro valore storico. Abbiamo chiesto all’assessore al commercio e alle attività produttive, senza purtroppo ancora ricevere esauriente risposta, che vengano rafforzati gli attuali strumenti, disponibili però solo sulla carta in modo da garantire la totale integrità sia della parte interna che di quella esterna. Non è il primo grave caso di insensibilità dell’amministrazione cittadina. Ricordo l’Antica Fonderia Lefevre: la rimozione della canna fumaria è avvenuta malgrado fosse in atto un ricorso al Tar che si è poi espresso con una sospensiva dell’azione ormai, però, eseguita».