MILANO – Il Caffè Contarena, gioiello della città di Udine, è uno degli esempi di come gli esercizi pubblici in Italia navighino in cattive acque. Nel locale infatti, per far fronte alla crisi, i dipendenti sono senza stipendio da sei mesi. Una situazione non più sostenibile, di cui leggiamo nel dettaglio dal sito udinetoday.it.
Caffè Contarena non riesce più a far fronte alle spese
UDINE – Da sei mesi senza stipendio, in difficoltà con il pagamento del mutuo, delle bollette, del mantenimento dei figli o più semplicemente delle tasse universitarie. È questo il grido d’aiuto lanciato da cinque ex dipendenti del Caffè Contarena, che hanno deciso, secondo quanto sostengono dopo mesi di promesse non mantenute, di rivolgersi ad un legale per ottenere ciò che ritengono spettargli.
Lavoratori in difficoltà
Parliamo di camerieri, baristi, aiuto cuochi, lava piatti, che giornalmente e puntualmente hanno svolto il loro lavoro e che ora non riescono ad arrivare a fine mese. Oltre il danno pure la beffa: tutti e cinque sono stati licenziati per giusta causa – da quanto riferito dallo Studio Tutino che li assiste – per essere rimpiazzati poco dopo da altri addetti ai lavori. Insomma al caffè Contarena, gioiello della città di Udine, non tirerebbe una buona aria.
Il legale
In una nota lo studio Tutino informa che “tutti i licenziati sono in disoccupazione con la Nuova assicurazione sociale per l’impiego, detta Naspi, percependo quindi una indennità mensile che grava sulla collettività, nutrendo però delle grosse perplessità su alcuni punti della vicenda.
In particolare – prosegue la nota – il fatto che siano state sottoscritte in via congiunta le dimissioni per giusta causa. Includendo anche un lavoratore con figlio sotto i tre anni e che quindi per legge gode di maggiori tutele. Per poi procede a nuove assunzioni di personale; secondariamente sul fatto che l’Amministrazione comunale, proprietaria delle mura del locale, non eserciti alcuna vigilanza. Permettendo che accadano fatti del genere”.
Il tribunale sul Caffè Contarena
Sulla vicenda, nei prossimi giorni, sarà interessato anche il tribunale del Lavoro di Udine dove gli avvocati Santo Tutino e Alessandra Celeghin procederanno con le richieste di emissione dei decreti ingiuntivi. Nel frattempo, il consulente del lavoro Simone Tutino ha interessato di quanto accaduto l’Ispettorato del Lavoro, l’ufficio Vigilanza, L’inps e Asl; affinché venga fatta chiarezza su quanto dovuto ai cinque dipendenti. Dagli stipendi alle maggiorazioni per il lavoro domenicale, dalle visite di medicina del lavoro al piano rischi.
