ROMA – Beni per circa 20 milioni di euro, e tra questi l’ Antico caffè Chigi nel centro di Roma, sono stati confiscati dalla magistratura romana in quanto riconducibili a personaggi vicini alla ‘ndrina dei Gallico di Palmi (Reggio Calabria). Si tratta di una misura di prevenzione patrimoniale sollecitata dal procuratore di Roma, Giuseppe Pignatone, (coordinatore del pool Antimafia) e dal sostituto Giovanni Bombardieri ed emessa dal giudice del Tribunale Guglielmo Muntoni.
Caffè Chigi, non è il solo
Tra i beni confiscati un centro estetico, una villa con piscina a Formello e numerose società di intermediazione finanziaria. Il provvedimento è stato eseguito dagli uomini del centro operativo della Dia – La Direzione Investigativa Antimafia, meglio conosciuta con l’acronimo DIA, è un organismo investigativo del Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’interno italiano, a composizione interforze (Guardia di Finanza, Polizia di Stato e Carabinieri), con compiti investigativi di tipo specializzato nella lotta contro le associazioni mafiose o similari – .
Il sequestro dei beni fu disposto nel luglio dello scorso anno
L’Antico Caffè Chigi venne sequestrato il 5 luglio del 2011 dalla Direzione investigativa antimafia assieme agli altri beni riconducibili secondo la magistratura alla cosca calabrese.
Il locale si affaccia su piazza Colonna, sul lato opposto rispetto al portone principale di Palazzo Chigi, a due passi dalla Camera dei Deputati. A un anno e mezzo di distanza è scattata la confisca, con la quale il bene viene definitivamente acquisito dallo Stato. Dal giorno del sequestro l’Antico Caffe Chigi è rimasto chiuso. Accanto all’ingresso è ancora affisso il menù a muro, in inglese e in italiano: 15 euro per una degustazione di piatti tipici romani come carbonara e amatriciana, vino consigliato il Montepulciano d’Abruzzo a 10 euro.