MILANO – Il quotidiano economico Italia Oggi ha dedicato un servizio a Caffè Borbone diventato rapidamente uno dei marchi più diffusi in tutta Italia. Il particolare il foglio milanese si sofferma sull’espansione che la Torrefazione, che ha la sua sede a Caivano (Napoli), ha programmato nel Nord Italia per l’anno in corso. Ricordiamo che Caffè Borbone fa campo alla società Aromatika Spa. Quest’ultima appartiene per il 60% alla Finanziaria Italmobiliare della Famiglia Pesenti e per il restante 40% al fondatore e Presidente esecutivo Massimo Renda.
Scrive Emanuele Scarci su Italia Oggi: “Sarà un Caffè Borbone doppio. Anche quest’anno l’azienda napoletana crescerà a doppia cifra, intorno al 30%, grazie anche all’espansione in Nord Italia: parola di Massimo Renda. Il fondatore e presidente della società napoletana non vuol parlare di boom di Caffè Borbone, ma semplicemente di «un’azienda che negli ultimi anni è cresciuta mediamente del 30%”.
Come detto lo scorso anno Caffè Borbone ha realizzato ricavi per 219,3 mln, +27%, con una decisa impennata del canale Gdo (+64%). L’Ebitda è di 75,1 milioni di euro, in miglioramento del 44% grazie al miglioramento del margine industriale e alle economie di scala sui costi di struttura. L’utile è di 31,5 milioni.
Dal 2018 Caffè Borbone è controllata per il 60% da Italmobiliare he ha rilevato il 60% da Masimo Renda mettendo sul piatto 140 milioni quando ne fatturava ancora 94. L’anno scorso gli investimenti sono stati di 13,4 mln, in accelerazione per il piano di ampliamento della capacità produttiva.
E proprio Massimo Renda Presidente esecutivo di Caffè Borbone è stato intervistato da Emanuele Scarci per Italia Oggi
Renda, per lei la Magica emozione è il +44% dell’ebitda?
Massimo Renda: “No, è il risultato di un processo di efficientamento aziendale pianificato e realizzato. Poi una mano ce l’ha data il calo del prezzo del caffè verde in seguito alla contrazione della domanda mondiale. Poi l’anno scorso, durante la pandemia, abbiamo quasi raddoppiato la produzione di alcuni prodotti e aumentato del 50% quella di altri.”
Come siete organizzati in produzione?
Massimo Renda: “Facciamo poche miscele, declinate sui sistemi più altovendenti. Rifiutiamo le richieste di prodotti particolari: ci destabilizzerebbe. Siamo focalizzati sulle cose che sappiano fare e da lì non ci muoviamo. I 300 addetti lavorano su 4 turni da 8 ore, 7 giorni su 7. Ci si ferma solo alla domenica dalle 14 alle 22. Poi produzione e servizi sono sempre attivi.”
Avete dribblato il crollo dell’Horeca?
Massimo Renda: “Siamo coinvolti nell’Horeca solo in misura fisiologica. Siamo un’azienda dedicata al monodose (capsule e cialde n.d.r.) declinata su tutti i sistemi e molto orientata al web e alla distribuzione specializzata. Sul web siamo di gran lunga il prodotto caffè più venduto su Amazon e anche sui siti specializzati.”
Quali sono i pesi sul fatturato dei canali commerciali?
Massimo Renda: “Il vending, inteso come caffè in chicchi per i distributori automatici, rappresenta il 15% del fatturato. Siamo tra i quattro principali operatori, insieme a Lavazza, Gimoka e Covim. L’anno scorso il vending ha perso circa il 40% delle vendite. Quest’anno si vedrà. Il monodose è invece un prodotto trasversale: si consuma sia in ufficio che in casa.”
Quale il peso del retail con il monodose?
Massimo Renda: “Incide per il 15-20% sui nostri ricavi, ma con tassi di crescita a 3 cifre. Siamo presenti capillarmente al Sud e Centro Italia, ma vogliamo spostare il nostro baricentro sempre più verso Nord.”
E quanto pesa l’online sui vostri ricavi?
Massimo Renda: “Il 40%, ma non è facile misurarlo.”
Investimenti in rampa di lancio?
Massimo Renda: “Abbiamo nuovi investimenti per l’ampliamento della produzione, in tecnologia e anche per cialde interamente in carta a partire da maggio. Poi abbiamo allo studio altri progetti più ambiziosi ma li realizzeremo senza compromessi sulla qualità del caffè.”
Punterete all’estero?
Massimo Renda: “Prima su Germania, Francia e Gran Bretagna, più ricettivi nei confronti di un prodotto italiano. Ma soltanto da domani: con questi ritmi di crescita in Italia non vorrei aprire troppi fronti di battaglia e poi essere travolto.”